Trent’anni dallo scudetto ma il Napoli pensa al futuro

La festa per il tricolore rinviata a luglio. Sarri è concentrato solo sul Torino

di Marco Martone

Nella settimana in cui i nostalgici del tricolore si apprestano a celebrare il trentesimo anniversario del primo scudetto, non senza qualche velenosa polemica, gli azzurri di Sarri pensano al presente o meglio al futuro. E futuro, per il Napoli, vuol dire trasferta di Torino e obiettivo Champions League diretta.

La giornata appena trascorsa ha riservato gioie e delusioni. Le prime legate all’ennesima prova maiuscola della squadra, capace di annichilire il Cagliari e di dare spettacolo, con i tre funamboli d’attacco, Insigne, Mertens e Callejon, imprendibili per la difesa sarda. Le seconde riguardano la prestazione al limite dell’indecoroso del Milan di Montella, che si è lasciato massacrare dalla Roma a san Siro, senza opporre la benché minima resistenza e lasciando strada ai giallorossi, che hanno così potuto riappropriarsi del secondo posto, che per qualche ora era stato appannaggio del Napoli.

La Roma, nonostante le guerre interne scatenate dalle dichiarazioni di Spalletti e dalla questione Totti, gestita come peggio non si potrebbe, resta avversario di tutto rispetto e scavalcarla a tre giornate dalla fine non sarà semplice. Domenica però c’è un bivio fondamentale. Detto del Napoli a Torino contro i Granata, dove la vittoria è l’unico risultato a disposizione di Hamsik e compagni, la Roma dovrà vedersela all’Olimpico con la Juventus, cui manca ancora un punto per poter festeggiare il sesto scudetto consecutivo.

Se i bianconeri faranno in pieno il proprio dovere e non c’è da dubitarne, per i giallorossi non sarà semplice conquistare i tre punti e allora lo scenario potrebbe cambiare radicalmente a favore dei partenopei.

Battere i granata e attendere l’esito della supersfida quindi, è quello che dovrà fare il Napoli.

Non si chieda, però, ai napoletani di tifare per la Juve, perché sarebbe quasi contro natura, una forzatura e un obbrobrio sportivo. Vada come vada, partendo dal presupposto che, per molti, è meglio arrivare terzi che non gioire per un gol di quelli a maglie a strisce bianconere.