di Marco Martone
Ancora una vittoria mancata, ancora una gara gettata alle ortiche per l’imprecisione degli attaccanti, per gli errori sotto rete, per quel leziosissimo e quella superficialità che caratterizza le giocate degli azzurri e che alla fine condiziona le partite.
Contro il Torino c’è stata la solita sfilza di occasioni sciupate da Insigne, Milik, Fabian Ruiz. Sempre la ricerca del tiro a giro, quello più spettacolare ma spesso anche il più facile da intuire per il portiere avversario e per le difese, che sanno come contrastare la giocata.
L’impressione è che manchi quella concretezza e convinzione per fare prima ciò che serve e poi ciò che piace.
A questo si aggiunge un pizzico di malasorte (ancora un palo per Insigne) e un arbitraggio non proprio favorevole, con qualche cartellino giallo in meno per i granata e qualcuno di troppo per i partenopei.
Il Torino non è praticamente mai esistito. L’aspetto positivo della gara, per Ancelotti, è la mole di gioco prodotta dalla sua squadra e il fatto di non aver mai subito un solo tiro in porta per tutti i 90 minuti.
Resta il dettaglio, non trascurabile, del gol e dei troppi errori sotto rete.
Ora il Napoli si rituffa nell’Europa League, obiettivo vero della stagione, tenendo d’occhio però le milanesi che risalgono la classifica e che potrebbero rappresentare uno spauracchio nel caso di altri passi falsi.