Caso-Insigne. Trombe, tromboni e fratelli stonati

Quando i familiari parlano un po' troppo. Era già capitato con Nicolas Higuain

di Marco Martone

Il caso Insigne riempie le prime pagine di tutti i giornali, nazionali e locali. Il presunto provvedimento punitivo, da parte di Carlo Ancelotti, nei confronti del capitano del Napoli, ha scatenato una serie di ipotesi, illazioni e congetture. Tutte da verificare, visto che dalla società non è trapelato nulla, se non il fatto che il calciatore non è stato considerato nella condizione psico-fisica adatta per poter scendere in campo contro il Genk. A Napoli, però, si è sempre molto bravi e soprattutto prontissimi, a vedere il marcio ovunque e a cavalcare la tigre della polemica e del disfattismo. E allora, fiato alle trombe e ai tromboni, soprattutto!

Tra questi l’immancabile fratello di turno. Era già capitato, in passato, con quel fenomeno del fratello di Higuain, tale Nicolas, sempre pronto a parlare e sparlare, contro De Laurentiis o Sarri, ogniqualvolta il Pipita mostrasse qualche mal di pancia o soffrisse di qualche paturnia di passaggio. Adesso è il turno del fratello di Insigne, Antonio al secolo, che non ha perso l’occasione per twittare una vera e propria cavolata, intrisa di volgarità e tracotanza. Proprio la stessa tracotanza della quale, qualche volta, farebbe bene a liberarsi Lorenzinho durante le sue partite.

L’attacco ad Ancelotti è un segno di debolezza per l’enturage di un calciatore che non riesce proprio a fare il salto di qualità, per diventare un campione vero, in campo e fuori. E non è un caso che, questa volta, a intervenire per placare le acque sia stato proprio Raiola, agente del giocatore. Evidentemente più scaltro del focoso fratello giustiziere. Raiola ha tranquillizzato Insigne e gli ha fatto capire che quella di Ancelotti è stata solo una lezione per il futuro e che tra lui e l’allenatore non ci devono essere attriti o frizioni.

Solo parole forse, ma almeno opportune in un momento molto delicato di una stagione che, probabilmente, Insigne avrebbe dovuto vivere in un’altra piazza. La sua presenza in campo a Torino e un auspicabile gol-vittoria, potrebbero spegnere gli ardori familiari del ragazzo di Frattamaggiore e rimandare alla fine del campionato tutti i discorsi legati alla sua eventuale permanenza in azzurro. E gli esiti, questa volta, potrebbero essere diversi.