Campionato di calcio e Stato di Diritto

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di Fabio de Paulis

Si è svolta, presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, la presentazione del libro: Calcio e diritto: il rispetto delle regole nell’era del Var, a cura di Guido San Clemente di Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli e coautore del libro: CAMPIONATO DI CALCIO E STATO DI DIRITTO. All’incontro, di elevato spessore giuridico e non soltanto per la presenza dei numerosi stimatissimi esperti di diritto, tra i quali Filippo Patroni Griffi, Presidente del Consiglio di Stato, si è reso necessario dover ribadire l’importanza di alcuni principi cardine della società civile relativi al rispetto delle regole, sistematicamente violate nel mondo del calcio in Italia. Si è dovuto infatti precisare che la violazione delle regole ovvero la loro “illegittimità”, nel caso in specie delle scelte arbitrali ma non per questo necessariamente illecite, o quanto meno da non definirsi tali fino a prova contraria; oltre ad avere deciso le sorti di un campionato, hanno rivelato una palese lesione del diritto, appunto perché illegittime. Che se a commettere questi errori, che hanno determinato scelte illegittime cioè contro le regole del Var, sono stati gli arbitri, quindi i “giudici” in campo, che fanno parte dell’AIA, organo interno alla FIGC; si è manifestata la lesione del diritto della terzietà e della imparzialità dell’organo giudicante. Che se le televisioni che trasmettono gli eventi calcio non consentono una corretta libertà di espressione, giudizio o critica da parte dei giornalisti e cronisti che raccontano gli eventi; ci troviamo in presenza di una chiara lesione del diritto della libertà di stampa, di espressione e della libera manifestazione del pensiero. Tutte queste violazioni non sono altro che la negazione del diritto, del tutto intollerabili in uno Stato di Diritto. Il discorso è molto più elevato rispetto alla banalità che il calcio è un gioco. Innanzitutto perché è uno sport, con valori etici ben definiti e quindi meritevoli di ogni tutela. Ma lo è ancor di più per gli interessi che muove, sia economici che di potere, atteso che vi sono anche società quotate in borsa. E’ risuonato in maniera assordante, per gli operatori del diritto, ma anche per i tanti giornalisti presenti e per lo scrittore De Giovanni, attuale significativa espressione della cultura napoletana, un assordante campanello di allarme. Si è paventato il pericolo di come il calcio, in Italia, sia diventato una sorta di laboratorio dove viene sperimentata la capacità di reazione alla negazione di alcuni diritti fondamentali, in funzione di determinati e variegati interessi che vanno dal semplice tifo a quelli economici, piuttosto che di potere. Una sinistra buia anticamera alla dittatura. Proprio per questo è stato più che mai opportuno aver ascoltato la seguente triplice affermazione: “Sarò sempre antirazzista, sarò sempre antifascista e sarò sempre antijuventino.” Tre aggettivi e sostantivi uniti intensamente e drammaticamente tra di loro.