Totò, un uomo d’amore

(di Mariateresa Di Pastena) –

Ha alle spalle una fervida carriera nel cinema e nella tv, l’eclettico attore e regista napoletano Vincenzo Peluso:  dallo sguardo mediterraneo e profondo,  e dalla voce inconfondibile, è pronto a portare in scena anche qui a Napoli (Sabato, 10 novembre, alle ore 21, Nuovo Teatro Sancarluccio, via San Pasquale a Chiaia, 49,  biglietto 15 euro),  “Totò uomo d’amore”, dal titolo eloquente. Un originale ed insolito recital che scava nell’intimo della vita, non solo quella artistica, del grande Totò. Una serie di aneddoti, canzoni e poesie sottolineate dalle abili mani del pianista Sasà Mendoza, anche lui napoletano, che ha composto le musiche degli ultimi due cortometraggi di Peluso, di cui l’ultimo,  “Armonia” sarà in concorso al prossimo David di Donatello. Ma andiamo per ordine…

Come nasce l’idea di uno spettacolo proprio su Totò?

Da una proposta ricevuta, e  dalla mia passione sfrenata per Totò uomo ed artista, (condivisa con l’apprezzato musicista Sasà Mendoza),  che ha sempre illuminato la mia vita. Avevo già dedicato a Totò  il recital “Napoli cu’ poco e niente”, ma stavolta ho voluto creare qualcosa di nuovo, di particolare, che si differenziasse da tutte le altre iniziative nate in occasione del cinquantenario della sua morte, Spero, e credo, di esserci riuscito…
Così, dopo la nostra esibizione dello scorso anno, all’Orto botanico, abbiamo deciso di fare una tournée. Abbiamo debuttato un mese fa al teatro Goldonetta di Livorno, poi siamo stati a Roma, ora Napoli, poi andremo a Bari, e devo dire che stiamo riscuotendo un grande successo: gli spettatori restano davvero affascinati. Io recito, Sasà suona, ed entrambi cantiamo.

Lei esordisce come attore negli anni novanta: tanti film con importanti registi, tanta tv con partecipazioni a serie e fiction…

Il cinema è arrivato nella mia vita per caso, o meglio per destino, anche se nel mio DNA c’era, naturalmente, un imput artistico. La mia gioventù è stata un’altalena tra l’Istituto d’arte, che frequentavo, e le mie fughe verso Roma per fare i provini come fotomodello e per le pubblicità. Poi, un giorno, per strada, mi fermò un certo Nerone, colpito dal mio viso ‘da cinema’, così disse: era un attrezzista cinematografico,  mi contattò poco dopo e fu l’artefice del mio incontro artistico con il regista Gianni Amelio… Da lì, il mio primo film, “Il ladro di bambini”, vincitore del Gran premio della giuria, a Cannes:  era il 1992. Subito dopo ho lavorato con il regista napoletano Pappi Corsicato (“Libera” e “I buchi neri”) e con tanti altri. Tra questi, vorrei ricordare Wilma Labate, (“La mia generazione”), Mario Martone, Stefano Incerti, poi Maurizio Zaccaro ,  (“L’uomo perbene”), e ancora Carlo Vanzina, Giuseppe Ferrara…

Lei è da sempre anche appassionato di musica ed è passato anche per il ballo: nel 2005/2006, ha gareggiato a “Ballando con le stelle” in coppia con la bravissima Natalia Titova!

Sì, una bellissima esperienza… Andando in onda il sabato sera,  mi ha dato tanta popolarità. Anche se in tv ho partecipato a  tantissime fiction, tra cui “La Piovra”, “Don Matteo”, “La squadra”, “Il commissario Montalbano”…

Poi l’approdo alla  regia cinematografica, e anche teatrale, dove lei è nella doppia veste di regista ed attore…

E’ stato un passaggio molto naturale, per me. Il mio primo cortometraggio è nato nel 2004. La regia è un sesto senso, un talento innato, poi la tecnica può solo migliorarlo. Il regista è un “ladro di sguardi”, che lui solo può catturare in quel modo, e nessun altro. L’ultimo cortometraggio, “Armonia”  racconta la separazione di due genitori, Silvia e Franco, scaturita dall’incomunicabilità, da quell’assenza di dialogo che è perfino peggiore del silenzio, perché è nascosta, sofferente. I protagonisti, dopo la separazione, saranno genitori migliori. Sedici minuti  intensi e, tra i vari attori, la bravissima Lidia Vitale. Incrociamo le dita per il David.