Suor Orsola in campo per la pace in Ucraina

A Napoli tappezzate tutte le sue sedi con la bandiera arcobaleno della pace

“Il sapere non può essere con la guerra, perché la guerra è un fenomeno di irrazionalità”: il messaggio del Rettore d’Alessandro rivolto ai giovani universitari che dopo lo spettro del Covid ora sono travolti da quello di una guerra tremendamente minacciosa.

Il cuore del centro storico di Napoli è ‘assediato’ dalle bandiere arcobaleno per la pace. Dalla terrazza del Complesso di Santa Lucia al Monte accanto alla vigna di San Martino al Palazzo del Gaio Sapere in via Chiaia a due passi da Piazza Plebiscito: l’Università Suor Orsola Benincasa si è ‘schierata’ sul fronte della pace tappezzando di bandiere arcobaleno a sette colori tutte le sue sedi. Dal Dipartimento di Scienze umanistiche nel Complesso di Santa Caterina da Siena nel cuore dei Quartieri spagnoli al Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione nella storica sede monumentale del Corso Vittorio Emanuele parte un unico e chiaro messaggio: i luoghi del sapere si debbono schierare per la pace.

L’allestimento è stato curato dal Centro University Press dell’Ateneo e ha visto coinvolte le ‘maestranze’ dell’Ateneo abitualmente dedite alla ‘cura’ del grande patrimonio culturale (musei, giardini, pinacoteche e tanto altro) dell’antica cittadella monastica di Suor Orsola. “Stavolta abbiamo voluto ‘prenderci cura’ di un indispensabile messaggio di pace – spiega il Rettore del Suor Orsola Lucio d’Alessandro – ed anche di un messaggio di fiducia e di speranza, non solo per la popolazione ucraina così duramente colpita, ma anche per i nostri giovani universitari che proprio in questi giorni stanno uscendo, come tutti noi, da un periodo terribile che li ha privati della loro socialità, che li ha fatti addirittura temere per la propria vita e per quella dei loro cari, che li ha condizionati in tutti i comportamenti. Proprio adesso, mentre con il ritorno della primavera e la riduzione dei contagi, si fa più intensa la presenza degli studenti nelle aule universitarie, le televisioni e i media di tutto il mondo rilanciano senza interruzione nella vita di questi giovani desiderosi di tornare alla normalità, un nuovo e più terribile terrore: lo spettro della guerra che in Europa non compariva da molti decenni, quella guerra che le generazioni attuali del nostro Paese non hanno di fatto conosciuto, quella guerra che si presenta minacciosa ai confini dell’Unione europea e dentro il cuore dell’Europa geografica e politica”.

Che dire a questi studenti che hanno scelto di formarsi attingendo alla razionalità dei saperi, affidandosi alla narrazione del progresso umano nel corso dei tempi, della scena della storia, della letteratura, dell’arte? Si domanda il Rettore d’Alessandro nel suo messaggio sui social network rivolto ai giovani dell’Ateneo, ma affidato anche alla Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, per essere rivolto a tutti i giovani del Paese. “Certo, è difficile fornire loro una risposta – sottolinea il Rettore – eppure un messaggio di fiducia deve essere dato. Bisogna chiarire a chi avesse qualche dubbio da che parte sta il “sapere” al quale hanno deciso di affidare la propria vita. Il sapere, la scienza, la formazione da che parte stanno in questo momento? Ebbene è per questo che l’iniziativa presa dal mio Ateneo di esporre uno striscione con la bandiera della pace e indicare contemporaneamente che i luoghi del sapere sono saldamente dalla parte della pace, per quanto inutile rispetto alla guerra, è comunque utile come segnale positivo di rassicurazione”.

Uno schieramento di campo preciso. “Dobbiamo dire ai nostri giovani – chiosa d’Alessandro – che la cultura e la razionalità stanno da una sola parte, il sapere sta da una parte precisa e il sapere, che di fatto ha costruito la storia e ha fatto dell’uomo il costruttore di straordinari mondi, il SAPERE è PER LA PACE. Il sapere non può essere con la guerra, perché la guerra è un fenomeno di irrazionalità, mentre la razionalità umana è per la costruzione della pace, per la ricerca di sempre nuovi equilibri, per una socialità rinnovata e pacifica tra gli uomini e tra le istituzioni politiche”.