Quartieri di vita, a Nisida in scena le detenute

LO SGUARDO ALTROVE. NISIDA ISOLA DI BELLEZZA

Si terrà all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida lo spettacolo conclusivo della terza edizione di Quartieri di vita, il festival di formazione e teatro sociale diretto da Ruggero Cappuccio, realizzato con il sostegno della Regione Campania dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano. Giovedì 20 dicembre (alle ore 11.00) un gruppo di dieci ragazze detenute presenterà la performance/spettacolo Lo sguardo altrove. Nisida isola di bellezza, a cura dell’Associazione Culturale Scecufe. La rappresentazione, a ingresso gratuito, è il risultato del laboratorio condotto da Ciro Pellegrino e Elena Pellecchia, che hanno scelto come tema il viaggio: una meta in cui scoprire o riscoprire percorsi, un cammino iniziatico, dove attraverso il ritmo e il movimento si prova e si riprova nel gioco oscillante della vita fatto di tentativi. I corpi in scena racconteranno del viaggio e di come lo sguardo accompagna la ricerca. Le interpreti apriranno scenari vissuti, immaginati, o ideati lasciando al nostro sguardo la possibilità di andare oltre.

“Quando parliamo di teatro in contesti di reclusione intendiamo un teatro che dal di dentro di una costrizione riesca a portare stimoli e visioni nuove, che possa essere un ponte immaginifico con l’esterno che apra le porte al nuovo e al cambiamento – dicono i curatori – Questo è possibile partendo da una pagina bianca, da un vuoto di parole e stereotipie. Il primo passo del percorso di laboratorio sono gli sguardi, il contatto visivo, la fiducia che pian piano si tesse tra essere umani che hanno voglia di essere in ricerca. Un teatro fatto di ‘contaminazioni’, che procede dal dentro per allargare lo sguardo altrove, fuori da noi, fuori dalla città, fuori dalla propria cultura. Reclusione che non diventa Preclusione ma Inclusione nel Mondo”. Uno dei simboli del lavoro è lo specchio, con le sue infinite ed universali interpretazioni che danno luogo ad immagini e parole. Altri oggetti di scena attorno ai quali è costruita la performance sono le valigie, dalle quali – scrivono Pellegrino e Pellecchia – “esce e rientra un flusso di vita pulsante”, che spingerà le giovani ragazze a seguire sul palcoscenico il ritmo delle loro passioni. “Diverse volte abbiamo proseguito lungo il muro di cinta di tufo per raggiungere gli ‘abitanti dell’Isola’ – continuano – Sempre ci siamo chiesti quanto un posto così straordinario fosse in contrasto con le storie difficili dei ragazzi e delle ragazze di Nisida. Probabilmente è il momento di volgere lo sguardo altrove, la bellezza dell’isola corrisponde alla bellezza dell’Esistenza quando si spinge oltre la condizione umana”.