Fabbri ferma super Osimhen ma la corsa continua

L'arbitro annulla un gol regolare al nigeriano e nel finale il Cagliari pareggia (1-1)

di Marco Martone

Non sarà il pareggio con il Cagliari, a cambiare il destino del Napoli in lotta verso la qualificazione alla prossima Champions. Il mezzo passo falso contro i sardi, infatti, non solo lascia inalterate le possibilità per la squadra di Gattuso di agganciare una delle tre posizioni ancora disponibili ma mette la formazione azzurra nelle condizioni di essere aritmeticamente in Champions, nel caso dovessero arrivare quattro vittorie nelle gare che mancano alla fine del torneo. Stessa, identica situazione nella quale si trovava, di fatto, prima della partita del Maradona, terminata sull’1-1.

Una gara non giocata bene dal Napoli, è bene chiarirlo subito ma maledettamente condizionata da una scelta poco comprensibile del direttore di gara, il signor Fabbri, che ha annullato il raddoppio di Osimhen, che avrebbe probabilmente chiuso la gara, per un veniale e impercettibile tocco del nigeriano sulla spalla di Godin. Non solo per questo il Napoli ha fallito la vittoria. I rossoblù hanno trovato il pari anche  grazie ai tanti errori commessi dalla formazione di casa. Sotto rete almeno tre occasioni sciupate in malo modo, poi la dormita generale sul gol nel finale di Nandez, sbucato alle spalle di un distratto Hysaj quando alla fine della contesa mancavano poco meno di due minuti.  Già in precedenza gli ospiti si erano resi pericolosi e solo le grandi parate di Meret avevano evitato al Napoli di subire il gol.

Un passo indietro per Gattuso, che ora è quinto in classifica e un passo indietro anche per alcuni protagonisti del gruppo, Insigne, Mertens, Lozano e Fabian Ruiz, non all’altezza delle ultime prestazioni. La nota positiva arriva ancora una volta da Osimhen, che ormai trova il gol con continuità e che per distacco è stato il migliore in campo, assieme al portiere Meret. Sabato la trasferta contro lo Spezia. Prima finale di un mini-torneo in cui il Napoli è chiamato a fare filotto, per tenere a distanza almeno una delle altre squadre in lotta.