di Marco Martone

Non è stato il miglior Napoli della stagione, anzi, la squadra di Spalletti ha offerto a Cagliari una delle prestazioni più deludenti dell’anno ma alla fine il pareggio conquistato grazie alla rete nel finale di Osimhen, deve essere considerato come un punto guadagnato e non due punti persi. Le squadre di testa non corrono, è evidente. L’Inter è in frenata da qualche settimana e lo stesso Milan non sembra in grado di dare la spallata decisiva. Il Napoli, dunque, tiene botta, anzi accorcia le distanze dai nerazzurri e soprattutto esce indenne da uno dei campi più ostici della serie A, contro un avversario che sta attraversando uno straordinario momento di forma, rivitalizzato da Mazzarri. Chi storce il naso di fronte a questo risultato, al netto della delusione per una prestazione che doveva essere di livello superiore, trascura un dato fondamentale ma che nel calcio è tutto: la presenza in campo degli avversari. Forse troppi opinionisti improvvisati, tifosi da tastiera e critici all’acqua di rose, fanno finta di non sapere che nel giudicare la prestazione di una squadra, non si può non tenere in considerazione anche il valore di chi sta dall’altra parte. Il Napoli, poi, aveva anche un altro problema, che non può essere accantonato con troppa faciloneria. Le assenze di giocatori importanti, che hanno costretto Spalletti a rivoluzionare formazione e schema di gioco. Una squadra che deve rinunciare in una sola volta a Lozano, Insigne, Lobotka, Politano, Anguissa e inizialmente anche ad Osimhen e Fabian Ruiz, senza contare l’infortunio di Di Lorenzo, non può non avere almeno le attenuanti generiche per una prova incolore e sotto tono. Il pareggio di Cagliari tiene il Napoli in piena corsa per cullare il sogno scudetto, senza mai dimenticare che l’obiettivo vero è un altro, la qualificazione alla prossima Champions. E anche in questo caso, ci sono gli avversari…