L’Iniziazione, a Napoli performance e mostra di Ginny Sykes

Il vernissage si terrà sabato 8 da Fiorillo Arte alla Riviera di Chiaia

Dopo il successo della sua recente personale presso la Sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo, Ginny Sykes ritorna ad esporre una selezione di opere allo Studio Fiorillo Arte, per introdurre la sua performance intitolata “L’Iniziazione”: rappresentazione contemporanea di un antico rituale che riguarda le donne della storia e delle divinità femminili.

Usando diversi media espressivi, disegno, video e performance, che richiedono l’attiva partecipazione dello spettatore, l’artista americana, tenta di  indagare le contraddizioni della società e riflettere sugli schemi realizzativi della pittura e dell’arte in generale. Fonte ispiratrice gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei, per riuscire a fare un confronto tra generazioni, luoghi, prima e dopo, che generano affascinanti riflessioni sugli effetti che il tempo inesorabilmente produce, in particolare, durante la performance, realizzata in collaborazione con Teresa Mangiacapra e la partecipazione di Clara Bocchino, Anna Bocchino, e Teresa Raiano, con musica di Victor Sanders, videoriprese di Luigi Montefoschi, e al violino Ida Rispoli.

Si “racconta” un rito cerimoniale con scene distinte e meticolosamente articolate che fanno riferimento ad antichi riti di iniziazione, dove vengono evidenziati sentimenti di paura, trepidazione, tormento, coraggio, resa, in una ciclicità senza fine. La performance, basata sul corpo è un processo di iniziazione alchemico, dove sia il pubblico, che la performer sono trasformati.

Come scritto da Katherine Bradway in un suo articolo del 1982 “Villa dei Misteri, Riti di iniziazione delle donne- questi riti promuovono uno sviluppo psicologico ed una illuminazione, connettendo il personale e trans personale associato all’estasi ed esaltazione…..identico all’idea di Jung della funzione del processo di individuazione, dove i riti di iniziazione servono a trasformare l’ego in relazione del sé”. “L’arte- afferma Sykes prendendo spunto dal regista Akomfrah- può cambiare la struttura molecolare di come le persone immaginano sé stesse ed il loro futuro.”

La mostra è visitabile fino al 20 ottobre.