L’ex Special One, profeta dell’anti-calcio

Il Napoli vince all'Olimpico e resta in vetta alla classifica di serie A

Mourinho

di Marco Martone –

Quella contro la Roma è una vittoria che va ben al di là del risultato. Non è solo l’1-0 finale a favore degli azzurri, non è la rete (bellissima) di Osimhen e neanche il predominio mostrato per 90 minuti dalla squadra di Spalletti. La vittoria di Roma è la supremazia della ricerca di spettacolo sull’anti-calcio. La voglia di imporsi, di affermare le proprie convinzioni tattiche sulla scelta, candidamente ammessa fine gara, di basare tutto sulla rottura del gioco avversario, sulla fisicità, sulle botte, più o meno lecite, da dare agli avversari. Mourinho, ex Special One, ha detto chiaramente negli spogliatoi, di essere rimasto “spiazzato” dalla severità dell’arbitro, che ha ammonito i suoi al primo fallo commesso. Mandando alle ortiche la sua strategia, comunicata ai calciatori, di fermare il Napoli proprio nella convinzione che il direttore di gara potesse tollerare il gioco duro, ostruzionistico e fisico. L’aspetto più grave di tutto questo è che nessun cronista, presente in conferenza stampa, abbia chiesto al signore del Triplete, il perché non abbia preparato, invece, la partita sulla tattica, la tecnica dei calciatori, la bravura dei suoi attaccanti, insomma sul gioco.

Il Napoli ha vinto perché semplicemente ha fatto quello che i tifosi pagano per vedere: ha giocato a calcio. Eppure Mourinho continua a godere, nella capitale, di un credito di fiducia che non ha eguali in Europa. In virtù, forse, di quella coppetta vinta qualche mese fa. A Roma sono contenti e va bene così. E sono contenti anche a Napoli, dove Spalletti sta conducendo una stagione ricca di emozioni e soddisfazioni. Alla faccia dei detrattori di professione, dei pagliacci dell’A16 (spariti dalla circolazione), dei critici da tastiera e dei nemici di de Laurentiis. Un gruppo nutrito di pseudo-tifosi, tutti dietro l’angolo, adesso, pronti a scattare fuori, come topolini di fogna, alla prima battuta d’arresto del Napoli. Per adesso devono portare pazienza. La squadra corre, si diverte e vince. Gioca a calcio e risponde sul campo ai pronostici fallaci di chi tre mesi fa parlava di settimo posto e ora chiede scudetto e Champions. Alla faccia della coerenza e dell’onestà intellettuale. Chiusura sui cori da stadio. Brutti, quelli dei romanisti e anche quelli dei Napoletani, che pensando di fare ironia hanno fatto proprio il refrain del “Vesuvio erutta, Napoli distrutta…”. Da qualsiasi parte la si veda, la questione è di uno squallore unico.