La crisi del Napoli non sia un alibi per gli arbitri

La squadra di Gattuso, senza il tifo della curva, torna nel buio dei giorni peggiori

Giua

Marco Martone

Non uno ma almeno tre passi indietro, rispetto alle recenti prestazioni che avevano, forse, un po’ illuso i tifosi azzurri. Il Napoli di Gattuso, visto contro il Lecce, ha rispolverato vecchi fantasmi, sciorinando il peggio di se stesso, in attacco come in difesa, in panchina e anche sugli spalti. Perché se è vero che la partecipazione del pubblico è stata massiccia, quasi 50mila persone, è altrettanto vero che, ancora una volta, la curva dei tifosi organizzati ha deciso di “scioperare”. E ancora una volta, non può essere un caso, la squadra ha giocato male, sottotono, in maniera leziosa e superficiale. 

Peccato, perché l’occasione per accorciare sulle squadre che precedono in classifica era ghiotta e adesso la questione si fa maledettamente complicata. Il sesto posto valido per l’accesso all’Europa league appare, a questo punto, l’unico obiettivo praticabile. Contro i salentini la squadra è anche partita bene ma quando si sbagliano tante occasioni da rete (Milik, Zielinski, Insigne), diventa difficile fare risultato. Anche perché il rientro di Koulibaly è stato deleterio e mortificante, per lui e per la squadra. L’accoppiata con il rientrante Maksimovic ha prodotto risultati disastrosi, al pari di un centrocampo leggero e senza filtro. Milik il suo gol l’ha fatto ma anche il polacco non ha brillato questa volta. Anche le sostituzioni di Gattuso non hanno convinto del tutto, così come la performance di Ospina. Non impeccabile almeno su due delle tre reti leccesi. 

E qui finiscono colpe del Napoli e si apre il capitolo arbitraggio. L’atteggiamento del signor Giua è stato indisponente, scorretto, irriverente, quasi provocatorio. Il rigore negato a Milik sul risultato di 1-2 ha del clamoroso, così come l’ammonizione al giocatore, per una presunta simulazione e il mancato ricorso al Var. Il Napoli ha il dovere di giocare meglio ma ha anche il diritto di giocare male e vedersi assegnare i rigori che ci stanno. Come accade alle altre. La Juventus, tanto per fare un esempio, non sarebbe al primo posto se non avesse avuto tutti i rigori (anche legittimi) che le sono stati riconosciuti.

E parlare di un Napoli che sarebbe dovuto stare sul 3-0, perché questo avrebbe fatto il Napoli di Sarri, non ha senso. Ogni stagione fa storia a se. Il Napoli attuale è questo! Perda però le partite che merita di perdere e pareggi quelle che merita di pareggiare. L’errore arbitrale non è un alibi per la squadra ma neanche deve valere il contrario e far passare in cavalleria strafalcioni e sviste, solo perché il Napoli non è all’altezza della situazione.