Il miracolo di San Gennaro si è ripetuto alle 10.04

Centinaia di fazzoletti bianchi salutano come da tradizione l'avvenuto prodigio

di Marco Martone

Alle 10.04 si è ripetuto anche questa volta il prodigio del miracolo di San Gennaro, con lo scioglimento del sangue contenuto nell’ampolla custodita nella basilica di Santa Restituta al Duomo. Migliaia di fedeli che hanno gremito la chiesa centrale, fin dalle prime ore del mattino, hanno salutato il prodigio con il tradizionale sventolo dei fazzoletti bianchi. Lo scioglimento è avvenuto già durante il percorso che il cardinale Sepe ha fatto per raggiungere l’altare della chiesa. Una scena immortalata da centinaia di cellulari. Alla mattinata di preghiera hanno partecipato anche i lavoratori Whirlpool, che da mesi lottano per il proprio posto di lavoro e per scongiurare la chiusura definitiva dello stabilimento napoletano.

Il miracolo della liquefazione è previsto tre volte all’anno.

Nel primo sabato di maggio, in cui il busto ornato di preziosissimi paramenti vescovili e il reliquiario con la teca e le ampolle, vengono portati in processione, insieme ai busti d’argento dei numerosi santi compatroni di Napoli, anch’essi esposti nella suddetta Cappella del Tesoro, dal Duomo alla Basilica di S. Chiara, in ricordo della prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e qui dopo le rituali preghiere, avviene la liquefazione del sangue raggrumito; la seconda avviene il 19 settembre, ricorrenza della decapitazione, una volta avveniva nella Cappella del Tesoro, ma per il gran numero di fedeli, il busto e le reliquie sono oggi esposte sull’altare maggiore del Duomo, dove anche qui dopo ripetute preghiere, con la presenza del cardinale arcivescovo, autorità civili e fedeli, avviene il prodigio tra il tripudio generale. Avvenuta la liquefazione la teca sorretta dall’arcivescovo, viene mostrata quasi capovolgendola ai fedeli e al bacio dei più vicini; il sangue rimane sciolto per tutta l’ottava successiva e i fedeli sono ammessi a vedere da vicini la teca e baciarla con un prelato che la muove per far constatare la liquidità, dopo gli otto giorni viene di nuovo riposta nella nicchia e chiusa a chiave. Una terza liquefazione avviene il 16 dicembre “festa del patrocinio di s. Gennaro”, in memoria della disastrosa eruzione del Vesuvio nel 1631, bloccata dopo le invocazioni al santo. Il prodigio così puntuale, non è sempre avvenuto, esiste un diario dei Canonici del Duomo che riporta nei secoli, anche le volte che il sangue non si è sciolto, oppure con ore e giorni di ritardo, oppure a volte è stato trovato già liquefatto quando sono state aperte.