Al via la IV edizione di “Quartieri di vita”, il teatro a supporto delle fasce deboli

L'obiettivo è promuovere le realtà operanti a Napoli e sul territorio della Campania

di Livio Esposito

Torna in Campania “Quartieri di vita”, il festival di formazione e teatro sociale organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, con il sostegno della Regione. Realizzato durante il periodo natalizio con l’obiettivo di dare alle realtà coinvolte la possibilità di vivere nuovi percorsi di sperimentazione e ricerca, la manifestazione – riconosciuta tra i progetti speciali del Mibact –  sostiene le compagnie attive in territori a rischio nei costi di progettazione ed allestimento di esiti di laboratorio.

L’evento è stato presentato in conferenza stampa, presso la sala giunta della Regione Campania.

Quartieri di vita, sezione invernale del Napoli Teatro Festival Italia, si propone l’obiettivo di promuovere le realtà teatrali operanti a Napoli e nell’intero territorio della Campania, che da anni orientano il proprio lavoro a supporto delle fasce sociali deboli. Laboratori di teatro, danza, musica e arte esplorano le frontiere individuali, culturali e razziali nel segno della condivisione, dell’integrazione e dell’inclusione sociale. Gli esiti dei differenti laboratori formativi e produttivi –  tra spettacoli pronti per la scena, progetti visivi, concerti e mostre –  hanno nel periodo natalizio un momento conclusivo aperto al pubblico.

Adolescenti a rischio, pazienti psichiatrici, detenuti ristretti nelle carceri minorili, ragazzi non vedenti, rifugiati politici: sono solo alcuni degli organismi pulsanti con cui Quartieri di vita ha costruito un dialogo attraverso il rituale liberatorio della cultura di scena.

Protagonista dell’edizione 2019 del festival sarà un omaggio all’icona della danza contemporanea, Pina Bausch, a dieci anni dalla sua scomparsa. Dal 23 novembre al 6 gennaio, presso il museo Madre, sarà ospitata una videoinstallazione dal titolo “Ensembles”, a cura della fondazione Bausch. 

“Quartieri di vita – ha detto il direttore artistico Ruggero Cappuccio – investe su attività di formazione e su esperienze di cultura scenica provenienti da diversi osservatori teatrali del territorio, individuando nella sezione dedicata a Pina Bausch il programma virtuoso di un modo di stare al mondo che partendo dal disagio può raggiungere altissime forme di poesia”.    

Il teatro inteso anche come possibilità di formazione non solo attoriale: il festival ha tracciato negli ultimi anni un cammino che ha portato i partecipanti ai laboratori ad acquisire professionalità utili per l’inserimento lavorativo a pieno titolo nel settore teatrale, in qualità di scenografi, costumisti o tecnici.

Per l’edizione 2019 del festival, la fondazione Campania Festival ha investito circa 320 milioni di euro. “Una forma di spettacolo – ha detto il presidente della fondazione, Alessandro Barbano – che ha anche una forte ragione civile e un grande radicamento sul territorio. Componenti attive della società che danno il proprio contributo attraverso il teatro”.