di Marco Martone
Difficile vincere le partite quando non si tira in porta, ancora più difficile farlo se in quelle rare occasioni in cui questo capita, i tiri sono sempre fiacchi, imprecisi, molli. Il Napoli visto a Torino contro i granata è uno dei più brutti della stagione, in linea con quello visto contro Cagliari, Brescia e Genk. Squadra senza idee, schierata con un modulo nuovo, una sorta di 4-3-3 mascherato, con Allan a fare il rifinitore e i soliti piccoletti in prima linea. In realtà un 4-1-4-1, che non ha prodotto quasi nulla, anche per la poca brillantezza di alcuni interpreti.
Ancora una volta Insigne, Zielinski, Lozano e Fabiano Ruiz (da lui solo un buon inizio e nulla più), hanno giocato decisamente male. Senza avere neanche l’alibi di essere stati impiegati in ruoli a loro non congeniali. Alla fine, tra gli azzurri, si sono salvati Meret, autore di una parata nel primo tempo che ha salvato il risultato, il neo-nazionale Di Lorenzo e Luperto, che ha ben giocato su Belotti. Per il resto tutti sotto la sufficienza, compresi i nuovi entrati, Callejon, Llorente e soprattutto Ghoulam, che non sono riusciti a dare la scossa ad una squadra che sembrava addormentata. Il pareggio lascia il Napoli ad una distanza preoccupante dalle prime in classifica e soprattutto fa capire che, quest’anno, anche la conferma della posizione Champions non sarà impresa facile da raggiungere. Sarebbe adesso il caso che anche il tecnico spieghi cosa stia accadendo alla squadra. Perché giustificare le prestazioni dei suoi ragazzi è doveroso e può essere utile ma essere chiari con i tifosi e con l’ambiente lo è altrettanto.