Una offerta di gioco che rispetta il territorio e anche l’erario

Da qualunque parte si guardi la risoluzione messa in atto dal Governo, relativamente alla diminuzione delle famigerate macchinette, se si riesce ad essere un poco obbiettivi quando si guarda il mondo del gioco d’azzardo, si può dedurre che l’unico risultato che si riesce ad intravedere sarà quello di attenuare il discorso abolizionista che sta prendendo piede sull’italico territorio nei confronti del gioco pubblico e dei casino online dal vivo. Certamente, questo percorso non può essere considerato una strategia per rallentare la spesa di gioco dei cittadini, tanto meno potrà essere considerato uno stop per le derive compulsive, ma più semplicemente sarà una razionalizzazione sull’offerta del prodotto gioco prima e, poi, un risparmio per le varie città che si vedono attorniate da apparecchiature da intrattenimento in ogni dove, in ogni esercizio pubblico o commerciale di qualsiasi forma e misura questo sia.
Quindi, questo inizio di riordino del gioco ha la sua ragion d’essere, sicuramente, ma non può essere spacciato dal Governo come una manovra da epico coraggio, perché questo non lo è certamente: in pratica, si è rinunciato al gettito di 100mila apparecchi circa – pari ad un 34% di un segmento che raccoglie il 26% del flusso del gioco – per dare un segnale forte nei confronti della popolazione. E chissà se in questo non si può ravvisare anche un interesse politico in vista delle elezioni…
Il mondo del gioco, dal canto suo, non si può esprimere sul tanto coraggio dimostrato dall’Esecutivo in quanto si pensa che l’azione del Governo sarebbe stata intrapresa, in ogni caso, per mantenere sempre identico l’interesse degli apparecchi da intrattenimento ed anche la spesa effettiva da cui si genera il gettito erariale. Come? Al mondo-gioco appare assai chiaro: si tagliano, come detto, 100mila macchinette, ma ci si mette in condizione che le restanti facciano spendere di più per compensare questa benedetta diminuzione… ed il gioco è servito!
Le associazioni che tutelano le piccole e medie imprese e gli operatori del settore ludico questo giochetto l’hanno assai ben compreso e stanno cercando di combattere anche sul fronte dell’aumento delle nuove tassazioni che andranno a rendere la vita veramente insostenibile per le povere attività restanti sul territorio. Sicuramente, questo atteggiamento del Governo, aumenti compresi, è veramente assurdo, controproducente e sopratutto a salvaguardia proprio di nulla, anche se a parole il nostro Esecutivo vende assai bene il suo intervento ammantandolo di coraggio, di raziocinio e di doveroso intervento nei confronti dei propri cittadini.
Ma dopo tutte queste manovre e manovrine una nota è doverosa: anche il dire da parte del Governo che sono state diminuite le famigerate macchinette anche al fine di non far dipendere il bilancio dello stato dal gioco d’azzardo risulta smentito chiaramente. Un approccio come è stato messo in atto, evoca esattamente il timore di un tracollo dell’intero settore simile a quello dell’aviazione civile di bandiera, dove si è voluto investire sul corto raggio a discapito di quello remunerativo del lungo raggio.
Nel gioco si va nella stessa direzione: non si rispetta il mercato lecito e si permette che sull’italico territorio siano ancora in vigore leggi e regolamenti posti in essere dalle Amministrazioni Comunali che si mettono di traverso alle attività ludiche e ne decidono vita e morte a loro piacimento… e per la sicurezza dei territori. E poi che dire della messa a bilancio di Stato per il prossimo triennio dei proventi del gioco?