Musica e teatralità, Pino e Massimo due cuori che battono ancora

Erano anche schivi e riservati, come lo sono stati i grandi Eduardo e Totò

di Fabio de Paulis

Quando disse: “…io faccio i film per le canzoni di Pino…” Massimo Troisi rappresentò al meglio il connubio che si era creato tra le due più belle anime napoletane degli anni recenti. Musica e teatralità, cinema e musica, arte allo stato puro, mai più replicabile, imitabile e di certo assolutamente impareggiabile e insuperabile. Troisi e Pino Daniele pensavano in napoletano. Il primo scriveva sceneggiature e dipingeva personaggi che riportavano il pensiero napoletano, ma quello edulcorato dai soliti schemi cui era stato relegato per anni: disincantato e realista, triste e allegro allo stesso tempo, sempre alla ricerca di una realtà o una verità che si adattasse alla propria realtà e alla sua verità costruita, con ironia; un’ironia smaliziata, senza trucchi e senza inganni ma soprattutto senza fronzoli. Il secondo ha espresso il sound partenopeo come nessun altro. Quanto manca Massimo Troisi a questa città così come quanto manca Pino Daniele, sembra superfluo dire mai abbastanza. L’abbandono dei luoghi comuni, non più adeguati, dei clichè cuciti addosso alla città di Napoli, sono stati in parte abbattuti dai due artisti con la stessa forza di quel martello che si abbatté sull’ideologia del muro di Berlino.

Ma erano anche schivi e riservati, come lo sono stati il grande Totò o il grande Eduardo, a volte anche burberi, loro, quasi a sottolineare con un pennarello rosso la linea di demarcazione che divide l’artista dall’uomo. Un uomo felicemente sofferente alle bassezze del genere umano. Con la loro arte, si è verificato… “O miracolo…”, per cui le vicende comiche e teatrali dell’uno sono entrate nell’immaginario collettivo con la stessa immediatezza delle musiche e le canzoni dell’altro. Perché così fa il cuore…e “…tu ossaje comme fa ‘o core…”. Ma come fa il cuore? Come ha fatto per loro due, uniti nell’arte come nel destino di due cuori malandati che hanno ceduto presto, troppo presto. Forse raccontare l’animo umano, la sua bellezza e la sua tristezza insieme, la sua dolcezza e la sua delusione per il mondo che ci circonda, alla lunga mette a dura prova anche il cuore. Forse c’è tanta materia anche per la scienza. Ecco studiare il cuore, sotto un altro aspetto. Quello che solo Napoli e i suoi più grandi interpreti, come Massimo e Pino, riescono ancora oggi a fare: a far battere sempre più forte il cuore nel petto di ognuno di noi.