Ischia, cardiologi a confronto su nuove tecnologie

(di Gennaro Savio)

Si è tenuta presso il Grand Hotel Re Ferdinando di Ischia la VI edizione di “Ischia Cardiologia Cuore dell’Isola”, una due giorni di convegni che ha visto il confronto scientifico tra Medici di medicina generale, Internisti, Pneumologi, Cardiologi, Infermieri, Farmacisti, Radiologi, Tecnici di radiologia e Ingegneri biomedici. L’obiettivo della due giorni di convegni è stato quello di divulgare le più recenti innovazioni tecnologiche nell’ambito della cardiostimolazione e rappresenta un importante appuntamento dell’attività formativa e scientifica sull’Isola di Ischia e nella regione Campania. “In questi due giorni di congresso – ha spiegato Giovanni Pilato, Dirigente medico di I livello UOC UTIC Cardiologia Ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno – abbiamo avuto modo di spaziare un po’ su tutti gli argomenti più importanti che riguardano la cardiologia ospedaliera anche in funzione del coinvolgimento dei medici di medicina generale. Infatti gli incontri che noi facciamo ogni anno sono appunto finalizzati a questo. E’ un briefing che serve a fare il punto della situazione su ciò che stiamo apportando in ospedale e su quella che è una collaborazione che si spera sia sempre più proficua e produttiva nei confronti dei pazienti da parte dei medici di medicina generale del territorio. Siamo partiti ieri dall’organizzazione e dalla strutturazione degli ambulatori che noi seguiamo già da un paio di anni, soprattutto dopo la pandemia Covid.

Pazienti con cardiopatia ischemia cronica, Follow up delle aritmie, cardioncologia e, soprattutto, le nuove metodiche che sono state apportate di secondo e terzo livello quali l’ecotransesofageo, in special modo nei pazienti più complessi, e l’ecostress farmacologico che è un’altra metodica che è pure importante nei pazienti con cardiopatia ischemica. Abbiamo avuto anche modo di dare l’opportunità al personale infermieristico di parlare delle tematiche più frequenti nella gestione dei pazienti oncologici quale il posizionamento dei picc che ormai è diventata una procedura molto comune nell’ambulatorio dedicato in ospedale”. Nonostante l’atavica carenza di personale medico ed infermieristico che spesso mette in affanno i vari reparti dell’Ospedale ischitano e che potrà essere definitivamente colmata solo quando Ischia sarà dichiarata zona disagiata, presso l’Ospedale “Rizzoli” la cardiologia rappresenta un’eccellenza rispetto alle altre isole minori italiane come ci spiega Mattia Liccardo. “Devo dire – ha dichiarato Mattia Liccardo, responsabile elettrofisiologia presso l’Ospedale “Rizzoli” – che nell’Ospedale ischitano da circa sette anni abbiamo messo su una realtà che è unica per quanto concerne le isole minori d’Italia. L’Isola d’Ischia che fa parte delle isole minori, è l’unica Isola presso il cui ospedale si praticano alcune procedure. In particolare mi riferisco alla elettrofisiologia, cioè gli impianti di pacemaker di defribillatore e l’ambulatorio di Follow up di controllo di questi dispositivi. Si tratta di un’importantissima offerta sanitaria che noi riusciamo a dare ai nostri concittadini in una situazione disagiata dovuta spesso al cattivo tempo che mette a rischio i collegamenti marittimi con la terraferma. Quindi la nostra capacità di dare questa offerta mette in condizioni di maggiore sicurezza e certezza gli abitanti dell’isola d’Ischia”. Molto importanti sono anche i numeri dei pazienti trattati dal reparto di cardiologia del “Rizzoli” come ci conferma Aniello Sansone, Primario del reparto di cardiologia dell’Ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno. “Noi – ha dichiarato Sansone – ogni anno trattiamo circa 300 infarti, 150 crisi anginose di cardiopatia ischemica, circa 100 pacemaker e 230 scompensi. Quindi diciamo che con la nostra attività tra tutte le patologie, noi ogni anno trattiamo circa 1600 pazienti. Abbiamo quattro posti in unità coronarica e quattro posti in cardiologia”. A riguardo della carenza di personale presso il “Rizzoli” il Direttore sanitario, Dott. Nunzio Quinto, ha annunciato l’indizione di nuovi concorsi. “Si sta facendo di tutto – ha dichiarato Nunzio Quinto – per acquisire nuovo personale e in questo momento stanno arrivando anche degli infermieri. L’azienda sta espletando continuamente concorsi per assumere personale sia medico che infermieristico. Il problema è il disagio che nasce dall’insularità del Presidio per cui non sempre le aspettative riposte in questi concorsi vengono esaudite dall’acquisizione del personale. Si sta lavorando per dare altri servizi all’ospedale e a breve avremo una nuova Tac per evitare che ci siano problematiche per l’eventuale guasto di quella che abbiamo in dotazione. In questo momento i lavori di ampliamento dell’ospedale hanno avuto un piccolo arresto per problemi che verranno risolti penso in tempi brevissimi. Quindi probabilmente avremo un ospedale sempre più ampio che potrà aumentare i servizi e l’offerta alla popolazione incorporando anche l’oncologia”. All’importante convegno era presente anche Giovanni Porcelli, Componente della IV Commissione della Regione Campania, il quale ha evidenziato come la nostra regione sia penalizzata rispetto a quelle del nord per i fondi stanziati dal governo nazionale.

“Dobbiamo – ha sottolineato Porcelli – continuare a sostenere con convinzione la difesa del sistema sanitario nazionale pubblico che rappresenta una conquista rispetto alla quale non dobbiamo indietreggiare di un solo centimetro. E’ evidente però che si fa buona sanità pubblica soprattutto se abbiamo capacità di investire risorse. Purtroppo in Italia c’è una tendenza al contrario, si sta disinvestendo rispetto alla sanità pubblica. Ancora maggiore difficoltà hanno quelle regioni come la nostra che escono da dieci anni di commissariamento. Continuiamo a ricevere meno risorse rispetto a regioni del nord Italia che hanno il nostro stesso numero di abitanti. Questo semplicemente per la maldestra applicazione di una norma bizzarra fatta ovviamente da un ministro del nord, un ministro leghista, che prevede il trasferimento di risorse in base all’età anagrafica dei residenti. Avendo noi una regione più giovane rispetto ad altre d’Italia, abbiamo meno trasferimenti di risorse. La norma però prevede anche la deprivazione sociale che nella nostra regione è altissima e l’aspettativa di vita che è più bassa rispetto alle regioni del nord Italia. Ebbene, si applicasse la norma nella sua interezza e ci trasferissero le risorse di cui abbiamo bisogno e di cui siamo titolari. Solo a quel punto, a pari condizione, possiamo competere con le altre regioni del centro-nord Italia. E laddove falliamo, dopo aver avuto gli stessi diritti e le stesse risorse, ci sciogliessero e ci commissariassero”.