In Campania è aumentata l’occupazione ma i segnali di crescita dell’economia si sono attenuati

Luci e ombre dal Rapporto sull’economia presentato a Napoli dalla Banca d’Italia

Nei primi tre trimestri dell’anno in corso, i segnali di ripresa dell’economia campana che si erano manifestati nel 2015, dopo la lunga recessione, si sono progressivamente attenuati ma c’è anche stato un aumento dell’occupazione nella regione.  È quanto si legge sul portale della Banca d’Italia, dopo il seminario svoltosi oggi nella sede di Napoli, nel corso del quale è stato presentato il Rapporto sullo stato dell’economia regionale.

Ecco nel dettaglio la stima della banca.

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Secondo le nostre indagini, rivolte a un campione di imprese campane con almeno 20 addetti, l’incidenza delle aziende il cui fatturato è aumentato si è ridotta rispetto al corrispondente periodo del 2015 e sono calati gli investimenti. Le aspettative delle imprese rimangono tuttavia ancora favorevoli e la redditività attesa per il 2016 è in lieve miglioramento.

Le esportazioni a valori correnti, dopo la sostenuta espansione del 2015, sono rimaste sostanzialmente invariate nel primo semestre del 2016. La decelerazione ha risentito della debole domanda mondiale e dell’andamento sfavorevole di alcuni comparti, in particolare quelli navale e aerospaziale, i cui cicli di produzione riflettono meno strettamente la dinamica congiunturale. Al rallentamento hanno contribuito anche fattori di prezzo. Le esportazioni del comparto della trasformazione alimentare, circa un quarto del totale, pur continuando a crescere in volume, si sono ridotte in valore, dopo la forte espansione del 2015.

L’occupazione è aumentata in regione. Essa è tornata a crescere nell’industria in senso stretto nel secondo trimestre del 2016, dopo gli ampi cali registrati nei quattro trimestri precedenti. È rimasta relativamente sostenuta la dinamica nel settore terziario. Tali andamenti hanno largamente compensato la contrazione registrata nel settore delle costruzioni, dove l’occupazione era aumentata nel 2015, e in quello primario. Il tasso di disoccupazione, ancora elevato, è lievemente calato ed è aumentato il tasso di attività. Tra gli inattivi si è nel contempo ridotto il numero di persone che non cercano lavoro, pur dichiarandosi disponibili ad accettarne uno (c.d. “scoraggiati”). L’incidenza sul totale delle forze di lavoro rimane tuttavia nettamente più elevata rispetto alla media nazionale.

Il credito alle imprese concesso da banche e società finanziarie ha continuato a crescere lentamente, riflettendo una domanda ancora contenuta e una rischiosità dei prestiti che permane elevata, specie per le società di costruzioni. I finanziamenti concessi alle famiglie finalizzati all’acquisto di abitazioni hanno accelerato, in linea con la crescita delle transazioni immobiliari. Ha continuato a espandersi anche il credito al consumo.