Agroalimentare, 400 mln per le imprese campane

Accordo tra Ministero politiche agricole alimentari e forestali e Banco di Napoli

Il pacchetto di iniziative messe a punto da Banco di Napoli e Mipaaf per sostenere crescita, innovazione, internazionalizzazione, formazione e ricambio generazionale potrà coprire per la Campania oltre 500 milioni di euro di potenziali nuovi investimenti sostenuti dal Gruppo. L’accordo copre e facilita l’utilizzo dei fondi comunitari previsti dai PSR 2014- 2020 che assegnano alla Regione Campania risorse pari a circa 1,8 miliardi di euro. Per favorire la ripresa, Intesa Sanpaolo prolunga il periodo di sospensione dei mutui da 12 a 24 mesi per l’intero settore agroalimentare

Il rapporto tra mondo del credito, istituzioni e agricoltura, alla luce delle nuove risorse economiche e delle misure anti-crisi varate per rilanciare il settore, è stato al centro dell’incontro promosso dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e dal Banco di Napoli (Gruppo Intesa Sanpaolo), che ha riunito oggi nella sala assemblee del Banco di Napoli, numerosi operatori campani.

Obiettivo dell’incontro, presentare alle imprese e alle filiere dell’agroalimentare del territorio le risorse e le opportunità di accesso al credito nel quadro dell’accordo nazionale “Diamo credito all’agroalimentare”, siglato a gennaio dal Mipaaf e da Intesa Sanpaolo. Con questo accordo, il Gruppo ha reso disponibile un plafond complessivo di 6 miliardi di euro in tre anni per incentivare investimenti in innovazione, agevolare l’export e i processi di internazionalizzazione, favorire interventi di ricambio generazionale e di formazione delle risorse.

All’agroalimentare della Campania, in particolare, l’accordo destina 400 milioni di euro in tre anni, per promuovere la crescita e le opportunità di impiego lavorativo in un comparto strategico per l’economia locale. L’insieme delle risorse e delle iniziative messe a punto da Banco di Napoli e Mipaaf potrà potenzialmente generare nella regione nuovi investimenti per oltre 500 milioni di euro.

L’accordo si propone anche di facilitare l’utilizzo dei fondi comunitari previsti dai PSR (Piani di sviluppo rurale) per il periodo 2014-2020, che assegnano alla Campania risorse pari a circa 1,8 miliardi di euro favorendo un volano di investimenti di circa 5,1 miliardi di euro. A tale scopo, il Gruppo Intesa Sanpaolo intende promuovere una serie di interventi finanziari e servizi di consulenza in collaborazione con i principali interlocutori del territorio, affinché le imprese agricole e agroalimentari possano cogliere opportunità di investimento e accedere più facilmente ai fondi strutturali anche attraverso prodotti finanziari specifici promossi dalla Banca.

Mipaaf e Intesa Sanpaolo realizzeranno, inoltre, un’indagine conoscitiva con la collaborazione di Ismea, l’ente pubblico che fornisce servizi finanziari, assicurativi e informatici alle imprese agricole, con l’obiettivo di arrivare a una migliore definizione del posizionamento delle imprese rispetto alla capacità di accesso al credito.

Per favorire la ripresa nel nuovo contesto competitivo, Intesa Sanpaolo ha deciso di prolungare il periodo di sospensione dei mutui, portando la misura da 12 a 24 mesi per l’intero settore agroalimentare.

L’incontro, moderato dal vicedirettore de Il Mattino, Federico Monga, è stato aperto da Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM (Studi e Ricerche Mezzogiorno, centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) che ha parlato del “Settore agroalimentare in Italia, sfide e opportunità”, a seguire Francesco Guido, Direttore Regionale per il Sud di Intesa Sanpaolo e Direttore Generale del Banco di Napoli, ha illustrato i punti chiave dell’accordo, soffermandosi sulle prospettive del settore rispetto ai nuovi scenari competitivi e mettendo in evidenza l’importanza strategica dell’intesa raggiunta con il Mipaaf, che avrà una concreta ricaduta sui produttori agricoli del territorio e contribuirà a farne emergere le potenzialità.

L’attenzione si è concentrata sulle imprese e le specificità del settore sono emerse nel corso di una tavola rotonda su “Le soluzioni e strumenti per la valorizzazione delle potenzialità agroalimentari del territorio”, grazie alle testimonianze di Sabino Basso, Amministratore Delegato Fedele Basso & Figli, Giuseppe Del Gaudio, Amministratore Delegato Sapori D’Italia Società Agricola, Raffaele Garofalo, General Manager Fattorie Garofalo, Guglielmo Noschese, Amministratore Delegato Noschese e Gianluigi Venturini, Direttore Commerciale Imprese per il Sud di Intesa Sanpaolo.

Francesco Guido, direttore regionale per il Sud di Intesa Sanpaolo e direttore generale del Banco di Napoli: “Investire sui principali asset produttivi e sulle eccellenze del territorio è la strada da perseguire per sviluppare l’economia della Campania. La convergenza tra politiche industriali e politiche creditizie, qui rappresentata dall’accordo con il Mipaaf, è importante per assicurare adeguato sostegno al settore agroalimentare siciliano , con l’obiettivo di valorizzare una delle eccellenze del made in Italy. Nel 2015 il Banco di Napoli ha erogato finanziamenti per 5,6 miliardi di euro, in forte crescita rispetto al dato 2014 di 2,6 miliardi. Una parte importante è stata destinata al sostegno dell’agricoltura, ma i primi numeri del 2016 già registrano ulteriori significativi incrementi. Esiste però un modo più intelligente per sostenere finanziariamente le imprese perché non basta erogare denaro, ma occorre orientare gli investimenti laddove possono generare un salto di produttività. L’agricoltura al Sud può crescere infatti ulteriormente puntando sull’internazionalizzazione e la digitalizzazione oltre che sul superamento della sua parcellizzazione. Il Banco di Napoli, che comprende profondamente quale sia la sua responsabilità per il sostegno.

L’orientamento delle politiche industriali nel Meridione, intende offrire non soltanto il più ampio supporto finanziario all’agricoltura, ma anche favorire la nascita di una vision di lungo termine mettendo a disposizione strumenti e approccio “non convenzionali”.

Il settore agro-alimentare in Italia e in Campania
L’analisi della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo evidenzia l’elevata incidenza del settore agroalimentare sull’economia italiana: 58,5 miliardi di euro il valore aggiunto nel 2015, il 4,1% del totale economia; circa 1,4 milioni di occupati, il 5,6% degli occupati totali. A livello europeo, l’Italia vanta una posizione di leadership sia nell’eccellenza della produzione, certificata dalla presenza di 845 marchi DOP, IGP e STG (precede la Francia, che ne ha 738); sia nelle produzioni biologiche, cui sono riservati quasi 645mila ettari di superficie agricola. Ottime anche le performance dell’export – grazie a un’offerta altamente diversificata e di elevata qualità, chiave del successo sui mercati maturi – con un valore complessivo nel 2015 pari a 36,5 miliardi di euro, il 40,7% in più rispetto al 2008, con ampie prospettive di crescita anche nei prossimi anni.

La Campania si posiziona al 5° posto nella classifica nazionale per grandezza del Valore aggiunto (circa 3,6 miliardi di euro) ed al 1° posto in quella meridionale. Il settore occupa oltre 120mila persone. Sono 457 le produzioni agro-alimentari tradizionali (2° in Italia e 1° nel Mezzogiorno), mentre quelle certificate sono 24 DOP e IGP e 2 STG. Relativamente ai vini, le DOP campane sono 19, di cui 4 DOCG. Le IGT sono 10. Sul territorio sono presenti 5 aree distrettuali specializzate nel settore agro-alimentare le quali, con un valore delle esportazioni di 2.234 mln di €, coprono il 75,2% delle esportazioni campane del settore.

Significativa la presenza di società di capitali nel settore agricolo (2,1% contro 1,6% del Mezzogiorno e 1,8% dell’Italia) ed ancor più in quello alimentare (ben il 26,6%, a fronte del 19,8% per il Mezzogiorno e del 22,5% per l’Italia). La regione rispetto al dato nazionale ha presentato nel periodo 2010-2015 una crescita dell’export minore ma in recupero negli ultimi anni. Nonostante una minor crescita del fatturato le imprese agroalimentari campane mostrano ancora una redditività in linea con le dinamiche generali ed una buona dimensione economica (fatturato medio). La dimensione delle imprese è inferiore rispetto alla media nazionale e questo vale sia per l’agricolo che per l’agroalimentare.

In Campania, i 55 prodotti certificati evidenziano una buona varietà di prodotti di qualità, in particolare più ampia è la presenza nel vino e nei prodotti ortofrutticoli. Emerge comunque la necessità di rafforzare il biologico e le coltivazioni DOP e IGP, di un ricambio generazionale della manodopera utile per immettere nuove energie, aumentare il livello di competenze ed elevare infine il grado di diversificazione dell’attività agricola. I distretti si confermano un luogo privilegiato per la diffusione e l’adozione di comportamenti complessi e catalizzatori di innovazione tecnologica, organizzativa e di mercato.

Per favorire lo sviluppo del settore è importante dare maggiore attenzione al Marketing e allo sviluppo di marchi propri “Made in Sud”., puntare sulla formazione imprenditoriale per diffondere una cultura d’impresa e sviluppare una managerialità adeguata., consolidare la spinta verso la realizzazione di investimenti innovativi, investendo anche sulla tracciabilità, sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità, rafforzare la solidità imprenditoriale mediante la crescita dimensionale e forme di collaborazioni intersettoriale e sostenere la trasparenza nei rapporti con il mercato, favorire la concorrenzialità e consolidare le sinergie tra banca e impresa.

Ulteriori misure a sostegno del settore agroalimentare

Nei primi quattro mesi del 2016, Banco di Napoli ha erogato agli imprenditori campani 220 milioni di euro di nuovi finanziamenti dei quali 30 milioni all’agroalimentare.

Un’importante opportunità per le imprese del settore agricolo e agroalimentare è rappresentata dal Programma filiere, l’innovativo progetto varato dalla Banca per far crescere le filiere produttive di eccellenza, consentendo loro di lavorare in una logica che facilita e migliora l’accesso al credito.

Attraverso il Programma filiere, nell’arco di soli dieci mesi, Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione risorse finanziarie per 19 miliardi di euro; al programma hanno aderito fino ad oggi oltre 300 aziende capo-filiera, distribuite in 20 settori di business, che coinvolgono 15 mila imprese fornitrici, per un giro d’affari complessivo di 55 miliardi di euro. A livello nazionale il primo settore rappresentato è proprio l’agroalimentare (29%), seguito dalla meccanica/ metalmeccanica (24%) e dalla moda (12%).

In Campania sono 17 le aziende capo-filiera con 816 fornitori per un giro d’affari complessivo di 2.680 mln di euro e 3.400 dipendenti.

All’interno della Banca dei Territori, Intesa Sanpaolo ha creato strutture specializzate dedicate all’agroindustria con 400 filiali “verdi” e ha preparato 100 specialisti in agroindustria.

Alle imprese dell’agribusiness che investono in beni materiali strumentali nuovi, usufruendo dei vantaggi fiscali del “super-ammortamento 140%” previsto dalla Legge di Stabilità 2016, Intesa Sanpaolo garantisce un finanziamento a medio-lungo termine fino al 100% dell’importo, aggiungendo un’ulteriore linea di credito fino al 40% a sostegno del capitale circolante.

Oltre al tradizionale aspetto finanziario, Intesa Sanpaolo offre soluzioni, piattaforme e competenze che intercettano la domanda d’innovazione e sostengono l’impresa agricola nei percorsi di trasformazione e sviluppo. Attraverso Intesa Sanpaolo Formazione, ad esempio, gli imprenditori possono accedere al percorso formativo Think Green, che si svolge in quattro giornate e indirizza i partecipanti verso le conoscenze necessarie per valutare agevolazioni regionali (PSR) e strumenti finanziari, previsti dalla nuova programmazione europea (PAC) per il settore agricolo. Approfondimenti ulteriori sono dedicati agli aspetti della contrattualistica del lavoro, all’accesso ai mercati esteri e all’innovazione, con focus sull’e-commerce per il settore agro-alimentare.