Non volevo fare il giornalista. Il libro di Salvatore Testa

E’ il nuovo libro del giornalista-scrittore Salvatore Testa che si racconta e racconta come lui, che voleva diventare un chimico industriale, si è ritrovato a fare il giornalista professionista. Il libro è disponibile in cartaceo su Amazon (tra pochi giorni anche in kindle), prezzo di copertina 12 euro. Esso si avvale di una introduzione di Giuliano De Risi, direttore responsabile a suo tempo dell’Agenzia Giornalistica Italia, e di due interventi di Eugenio Ciancimino, per 25 anni responsabile della sede di Napoli della stessa agenzia, e di Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania

     L’autore racconta come, al tempo della creazione del Moplen e del Premio Nobel per la chimica all’italiano Giulio Natta per gli studi sui polimeri, negli anni Sessanta, coltivò l’aspirazione e studiò per diventare un chimico industriale. Un sogno che sembrava a portata di mano quando fu assunto come poligrafico in una agenzia giornalistica di proprietà del più grande gruppo petrolchimico italiano. “È fatta – si disse da sé quando mise il piede nella redazione – appena posso chiedo il trasferimento in un’altra azienda che si occupa di chimica e coltiverò il mio sogno”.

    Ma il destino aveva in serbo per lui un altro disegno e le circostanze e ottimi maestri lentamente lo spinsero verso quella che sarebbe diventata una prestigiosa quanto faticosa carriera giornalistica, tutta trascorsa in seno all’Agi.

     Il libro non è un manuale di giornalismo, ma intende raccontare come le coincidenze della vita possano spingere una persona ad abbracciare e amare una attività che richiede preparazione, studio e molti sacrifici. In esso sono riportati alcuni episodi particolari di chi ha avuto l’onore e il piacere di seguire un Papa, tre presidenti della Repubblica, personaggi del mondo della cultura, dell’economia, dello spettacolo e dello sport; e vi sono anche i piccoli grandi scoop e le sviste, gli svarioni e i buchi, che fanno parte di una attività a volta totalizzante.

     Salvatore Testa è oggi presidente dell’associazione di volontariato culturale Secondilgiano Libro Festival (SeLF) che si occupa della promozione della lettura e di affinamento dei livelli culturali dei giovani del quartiere. Ma chi è stato nei 35 anni di lavoro all’Agi, “un gatto pacioso e sornione” “capace di mascherare i suoi pensieri e le sue intenzioni con un atteggiamento bonario, ma non indifferente”, come scrive il suo ultimo direttore responsabile, uno che “la passione l’ha maturata sul campo”, “rispettoso e non consociativo con i rappresentati delle istituzioni”, “smanioso di particolari” come scrive il suo capo e mentore Eugenio Ciancimino o uno che ci ha insegnato che cercare, curiosare, verificare sono i parametri che rendono prestigiosa la nostra professione, come dice il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania?

     La risposta è forse nel caleidoscopio che scaturisce dai singoli e significativi episodi narrati nel libro.