Diego e Napoli, la favola eterna

di Mariateresa Di Pastena

C’era una volta un bel bambino, con i capelli scuri e ricci, che non aveva il tempo per fare i capricci.  Sotto il cielo dell’Argentina era nato,  ed è lì che il suo talento  è sbocciato. Il suo sogno  era giocare a pallone,  e diventare un grande campione.  Lui non viveva certo nell’oro, ma con passione e sacrifici avrebbe trasformato la sua passione in  lavoro. Una notte, mentre dormiva, gli apparve qualcuno in sogno, che gli chiese:  “dimmi, bambino, di che cosa hai bisogno? Bada però che posso realizzare un  solo tuo desiderio…”  All’improvviso si svegliò… E lo vide sul serio! Non  era un sogno, ma la realtà! Era sceso dal cielo, era proprio là!                                     

“Non credo ai miei occhi” esclamò,  “ma tu sei… Dio?”                                                                   

E Lui rispose : “Si, sono  Io!”.                   

Allora, scoppiò a piangere, anche se era contento… E, senza pensarci neanche un momento, il piede sinistro tirò giù dal letto e chiese: ” rendimi questo perfetto…  Fagli fare miracoli col pallone, fammi diventare il più grande campione!”.                                   

“Bambino mio,  tu mi chiedi una cosa che io già ti ho donato, nel momento stesso in cui  sei nato! Certo, tu questo ancora non lo sai, ma presto di sicuro lo scoprirai…”.                                         

Lui guardò il piede, poi guardò Dio ed esclamò : ” un altro sogno, allora? Sì, ce l’ho! Un’ altra terra, oltre alla mia, fammi amare alla follia. Scegli la città più bella che tu possa immaginare, in cui, da grande, io possa andare a giocare… Che abbia il cuore d’oro ed abitanti  geniali, che somigli ad un angelo ma senza le ali, cosicché io, col pallone, possa farla volare,  ed il suo orgoglio farle ritrovare…. Una città piena di meraviglie, ma anche di sofferenza…  Di passione, fantasia e pazienza. Che possa amarmi come fossi suo figlio,  anche se nella mia vita dovessi portare un po’ di scompiglio”.                                                 

Così, Dio, sorpreso, lo guardò, poi gli sorrise e lo rassicuro’ : ” te lo prometto… Sì, lo farò! Per te, che sei buono e generoso, il luogo più magico  sceglierò !”.                                                                 

Poi, prima che lui potesse ringraziarlo, sparì nel nulla e fu inutile invocarlo. Col tempo, il  bimbo crebbe e divenne un portento, ma con lui crebbe anche il suo tormento… Essere troppo grandi, si sa,  può diventare un’arma a doppio taglio,  perché, purtroppo, sotto la lente d’ingrandimento e il giudizio  altrui, rischia di finire ogni sbaglio!  Così, il successo e l’enorme talento, applauditi  dall’ intero pianeta, lo hanno reso anche bersaglio di qualche cuore analfabeta.     

Inoltre, l’estrema bontà, spesso, facile preda diventa,  se insieme a lei qualche debolezza si ostenta. Ma Napoli, la sua ‘città promessa’, l’ ha sempre salvato: mai, infatti, l’ha condannato…         

E perché mai  avrebbe dovuto, se da lui solo bene ha ricevuto?   E, come in tanti ripetono adesso, se  male ha fatto, l’ha fatto solo a se stesso. Agli altri ha fatto solo del bene, portando gioia e alleviando le loro pene. Cosi, tra lui e Napoli fu  un colpo di fulmine, e poi amore, amore senza fine…  Per i tifosi e non,  lui è stato, e resterà sempre, una rosa senza spine. Mai, mai ha tradito noi napoletani, e ad uno ad uno ci ha stretto le mani, mentre troppo presto  lasciava questa vita,  che, per chi lo ama, non sarà mai finita! E ad ognuno ha donato il suo ultimo sorriso, mentre viaggiava verso il Paradiso. Perché Maradona, per raggiungere Dio, di sicuro, di qua è passato: la gente, il Vesuvio, il mare,  per l’ultima volta ha ammirato… E poi ha calciato, ballato, e  ‘O sole mio’ con un filo di voce ha intonato…   E il  sole di Napoli, che splende d’estate e d’inverno,  gli  ha giurato amore eterno! Intorno  allo stadio si è alzato un coro, che ha invocato  il  ‘pibe de oro’ : un mito, il migliore, il Calcio in persona, non  solo un calciatore!                                             

Quando poi  lassù, in alto, nel cielo è arrivato, il  suo piede sinistro, per primo, è entrato. E  allora Dio l’ ha riconosciuto e gli ha sorriso: ‘Diego mio, benvenuto in Paradiso…”.                                                     

Lui, allora, imbarazzato, inginocchiandosi, ha sussurrato: “perdonami, Dio, se ti ho deluso…  Ero certo che da qui mi avresti escluso…”.                                                      

“Ma che deluso, figlio mio diletto! Io solo il tuo piede ho reso perfetto…  Mentre tu, anche il tuo  cuore  hai reso  tale! Da qui, io l’ho osservata,  la tua vita eccezionale!  Con te stesso, è vero, hai fatto degli  errori, ma  ho perso il conto  di tutti i cuori, a cui hai donato  Amore e onori. A me basta questo, non serve altro, sai? Sappi che il  mondo non ti scordera’ mai! Ecco una prova… Affacciati, guarda anche tu… La vedi Napoli, laggiù? Piangono tutti, ti rendono onore, mettendo da parte il loro dolore, per unirsi al tuo, e a quello dei tuoi cari… Non mi ero sbagliato: i napoletani sono proprio rari!    Per questo ho dato loro il colore del cielo… Tra te e i napoletani c’è solo un velo, che potrai sollevare ogni volta che vorrai…  E continuare ad amarli, per sempre potrai.  Così come potrai guardare e  amare tutta la tua gente, i tuoi figli e i tuoi cari.    Loro sono e saranno i tuoi fari… Per questo, qui, c’è tanta luce intorno a te… È solo grazie alla tua vita, non a me! Ora lo sai, è proprio  questo il segreto del Paradiso” concluse, strappandogli il più bel sorriso.                                                  

Allora, Diego, affacciandosi, ha esclamato : ” Quella è la mia gente! E quello è lo stadio San Paolo! E’ tutto illuminato!!! .                                         

“Devo dirti un’ ultima cosa, Diego, che mi  riempie di gioia e mi emoziona: quello, sarà lo  stadio Maradona!!!”. Così, Dio lo lasciò senza parole:  in piena notte gli aveva  acceso il sole!