Cenerentola di Sergeij Prokof’ev in scena al San Carlo

Una nuova coreografia in prima assoluta firmata dal napoletano Giuseppe Picone

A partire da domenica 5 marzo ore 19.00, per 7 repliche, fino a domenica 12 marzo, torna in scena al Teatro di San Carlo per la Stagione 2016 /17, dopo 18 anni di assenza, uno dei balletti più amati del grande repertorio classico, Cenerentola, su musiche di Sergeij Prokof’ev (1891 – 1953), con una coreografia in prima assoluta firmata dal direttore del Corpo di Ballo del Massimo napoletano Giuseppe Picone.

In questa nuova creazione e sulle musiche di Sergej Prokof’ev, danzeranno Maria Eichwald, étoile di origine kazaka, al suo debutto a Napoli, ora stella di punta della compagnia tedesca Stuttgarter Ballett, accanto ad Alessandro Staiano, i primi ballerini, i solisti e il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo. L’atmosfera magica e i dettagli del racconto di Perrault saranno resi ancora più suggestivi dalle scene di Nicola Rubertelli e dai costumi di Giusi Giustino, in un nuovo allestimento.

«Iniziando a montare questa coreografia – racconta Giuseppe Picone – mi sono reso conto di trovarmi al cospetto di una grande sfida, narrare una delle favole più amate e conosciute di tutti i tempi, che narra il l’amore tra Cenerentola e il Principe, il fiorire dei sentimenti umani, gli ostacoli rocamboleschi che portano alla fine alla realizzazione del sogno. Ho cercato di rispettare la drammaturgia generale di questo grande classico, ma allo stesso tempo di offrire una visione nuova, contemporanea, dell’ampio spettro di sentimenti, dettagli e caratterizzazioni presenti in Cenerentola. Per fare ciò mi sono avvalso di alcuni piccoli ma decisivi accorgimenti. La mia Cenerentola è sì una dolce e remissiva fanciulla, sopraffatta dalla matrigna e dalle perfide sorellastre, ma al momento opportuno sa diventare una donna sicura sé, decisa a far valere le proprie ragioni, dimostrando con fermezza – facendo cioè vedere a tutti non solo di calzare perfettamente la scarpetta che il Principe reca con sé come prova, ma anche di essere in possesso dell’altra scarpetta – di essere lei la fanciulla misteriosa che ha rapito il cuore del Principe. Allo stesso modo le sorellastre non sono ragazze goffe, ma giovani donne, molto belle e spregiudicate, disposte a perseguire i propri obiettivi con ogni mezzo, supponenti e arroganti, in virtù di una presunta superiorità aristocratica ed economica. Infine ho voluto enfatizzare il personaggio della fata turchina trasformandola nella mamma di Cenerentola, una mamma morta, ma che veglia sul destino della figlia, quasi come un angelo custode, tessendo le fila dell’intero percorso che porterà la fanciulla al raggiungimento della felicità. Una tale caratterizzazione dei personaggi e le difficoltà tecniche della coreografia mi hanno permesso di valorizzare la grande capacità interpretativa e l’altissimo livello artistico del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo, composto da danzatori dotati di una solida tecnica, in grado di emozionare ed emozionarsi».

Appassionato di fiabe quanto Ciajkovskij, Sergej Prokof’ev (1891 – 1953) creò per Cenerentola una musica di ritrovata classicità (con variazioni, adagi e pas de deux) perfetta per la trasposizione in danza di una delle favole più conosciute e amate. «Cenerentola non è solamente un personaggio delle favole – diceva Prokof’ev- è soprattutto una creatura che palpita, inducendo alla commozione, alla tenerezza». Il balletto fu rappresentato per la prima volta il 21 Novembre 1945 al Teatro Bolshoi di Mosca con le coreografie di Rostilav Zakharov. All’interno della partitura, una musica da cui traspaiono i sentimenti dei personaggi, capace di coinvolgere lo spettatore nelle loro gioie e ai loro dolori.