di Marco Martone
La sconfitta con il Cagliari, immeritata e frutto anche ma non solo di tanta sfortuna, ha un responsabile su tutti. Carlo Ancelotti. Dispiace dirlo ma se si hanno giocatori che per mestiere fanno le punte centrali e se uno di questi, Llorente, è anche in una forma straordinaria, non è spiegabile il perché si decida di tenerli in panchina dall’inizio della gara e fino a metà del secondo tempo. Il tutto per riproporre la solita batteria di attaccanti “tascabili” che saranno anche belli da vedere ma che anche gli avversari hanno ormai conosciuto abbastanza per poterne trovare adeguate contromisure.
Il primo tempo del Napoli è stato uno strazio, con una squadra incapace di produrre uno straccio di azione da rete e con Insigne e Lozano fuori ruolo e senza adeguata concentrazione.
La ripresa è stata un assalto alla baionetta, senza alcun concetto e senza fortuna, con Llorente e Milik che hanno sbagliato sotto rete, Mertens che ha preso di mira i legni e Koulibaly e Zielinski che hanno calciato al vento le occasioni avute. Poi si è messo anche il portiere avversario, con tre parate importanti, quella che non è riuscito a fare Meret, bucato da Castro nell’unica occasione in cui il Cagliari ha messo il becco fuori dalla sua area di rigore. Una sconfitta che brucia, perché l’Inter e la Juve vincono e il distacco già si è fatto importante. Ma brucia anche vedere giocatori che sbagliano troppo, a cominciare da Allan, in affanno, Insigne, svogliato e lento, per finire ad una difesa che si fa bucare nell’unica occasione buona per gli ospiti.