Pompeii Theatrum Mundi, su il sipario

Quarta edizione del prestigioso festival del Teatro di Napoli-Nazionale

Ritorna in grande il festival Pompeii Theatrum Mundi, l’appuntamento estivo al Teatro Grande di Pompei a cura del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale con il Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival.
Quindici sere di grande teatro en plein air in uno dei siti archeologici più famosi e visitati al mondo, con cinque titoli proposti ciascuno per tre sere tra il 24 giugno e il 25 luglio prossimi.
«Ho immaginato – dichiara il direttore Roberto Andò – questa edizione della rassegna come una festa; una riconvocazione degli spettatori per ridare entusiasmo, complice l’emozione di un luogo unico, in vista della riapertura a settembre nei teatri al chiuso».

Si parte giovedì 24 giugno – con repliche venerdì 25 e sabato 26 sempre alle ore 21.00 – con la prima assoluta di Resurrexit Cassandra, il testo di Ruggero Cappuccio affidato al regista Jan Fabre che firma ideazione, regia, scenografia e film, con protagonista l’attrice Sonia Bergamasco nel ruolo di Cassandra.
Seconda tappa del progetto dell’artista fiammingo dedicato al mito dell’inascoltata sacerdotessa, figlia del re di Troia, lo spettacolo segue il primo allestimento in tedesco del 2020 interpretato dall’attrice Stella Höttler.
Con un prologo affidato alla voce dello stesso Ruggero Cappuccio, questo solo in versione italiana di Cassandra/Bergamasco si compone di soluzioni e visioni sceniche – recitato, immagini, film, oggetti – che hanno reso il 62enne regista di Anversa uno dei più originali maestri multidisciplinari del teatro contemporaneo.
«Il monito di Cassandra è chiaro: se non ci prendiamo cura del pianeta, il pianeta ci punirà», ha dichiarato il regista in una recente intervista. E nelle sue note di regia messe giù lo scorso mese di maggio durante la lavorazione dello spettacolo, scrive:
«La sacerdotessa troiana Cassandra è un personaggio mitologico che acquista particolare interesse nei tempi di crisi o di catastrofe imminente.
L’umanità sta affrontando un’incredibile quantità di problemi: la pandemia globale di coronavirus, le isole di plastica nei mari, la distruzione della foresta amazzonica, il riscaldamento globale, ecc. Cassandra è nota per il suo dono profetico, quello che i Greci chiamavano manteia.
Quando rifiutò l’amore del Dio Apollo, questi le lanciò una maledizione: Cassandra avrebbe predetto gli incubi del futuro ma nessuno avrebbe mai creduto alle sue profezie. Secondo una versione meno popolare del mito, Cassandra era una neonata quando nel tempio di Apollo ricevette le sue doti profetiche dai serpenti sacri.
Un’altra versione racconta che Cassandra si addormentò in un tempio, dove i serpenti le leccarono le orecchie o vi sussurrarono permettendole di vedere tutte le future disgrazie.
Nel poetico ed esaltante testo di Ruggero Cappuccio, Cassandra torna ancora una volta alla sua vita terrena per aiutare l’umanità, incarnata dalla brillante e incantevole attrice italiana Sonia Bergamasco. È stata una vera benedizione lavorare con lei.
In questo 2021 l’attualità della profezia di Cassandra è allarmante: dobbiamo agire e prenderci maggiormente cura di Madre Natura e dei suoi tesori. È tutto riassumibile in questa frase: «La natura torna sempre a reclamare ciò che è suo. Non danneggiatela se non volete che vi uccida». Cassandra è dotata di consapevolezza cosmica e subisce ogni cosa volontariamente e senza opporre resistenza. È saggia al punto da capire che tutte le cose sono intrinsecamente uguali, che ciò che può sembrare nocivo può essere mangiato, assimilato, integrato e trasformato in qualcosa di migliore.
Cassandra assume varie forme, cambia pelle, vita e carattere come fa un serpente. Il serpente come simbolo della dualità: bene e male, vita e morte, trasformazione e rinascita, crescita e consapevolezza. Cassandra prova ad aiutare l’umanità a trovare la strada verso un futuro rispettoso dei doni di Madre Natura.
Trovo molto eccitante mettere in scena questo spettacolo nell’antico teatro di Pompei. Spero che il messaggio di Cassandra venga ascoltato in quelle potenti rovine».
(Jan Fabre, maggio 2021)