Vaccino e fiducia, tra probabilità e certezza

di Gennaro Mosca

Ci siamo. Tra poche settimane il vaccino contro il maledetto virus sarà disponibile. 

Ma uno spettro si aggira per l’Italia: vaccinarsi sarà sicuro ed efficace? «Essere o non essere», diceva Amleto. Vivere col rischio di ammalarsi, o inocularsi questo antidoto appena nato?

Le voci si contrastano, e il Cittadino comune come me resta confuso, frastornato dalle voci che vanno nelle due direzioni opposte: vaccino-si, contro vaccino-no. 

L’illustre virologo prof. Crisanti ha commentato così: «Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia.»

E allora che fare? Provo a delineare la questione, non per dare una risposta che ognuno troverà da sé, ma per condividere una prospettiva del dilemma.

In questa vita non esiste pressoché niente di cui si possa essere sicuri, come Crisanti vorrebbe del prossimo vaccino, ma tutto ha solo un suo livello di ‘probabilità’. Per esempio, il foglietto illustrativo di un qualsiasi medicinale ci avverte che ‘può indurre effetti collaterali’, ossia non è affatto ‘certo’ che ci farà solo bene, ma è solo una grande probabilità. E così per altri mille eventi della nostra quotidianità, un viaggio in treno o in aereo, o per la qualità della spesa.

A ben vedere, ogni giorno ci fidiamo di qualcuno, a cui af-fidiamo un po’ la nostra vita. La fiducia è come un ponte tra la probabilità che tutto vada bene, che abbiamo prima che un fatto avvenga, e la ‘certezza’ che è davvero andato bene, che raggiungiamo solo quando quel fatto si è compiuto. E’ questo ponte dalla probabilità alla certezza che ci consente di vivere, perché se non ci fosse la vita si fermerebbe, o quanto meno rallenterebbe molto. Senza fiducia nel pilota, il volo non lo prenderemmo, né un treno, ed eviteremmo perfino quel medicinale, arrestandoci ogni volta perché quella è una probabilità che, per quanto grande, però non è certezza, ossia per un rischio infimo ma che c’è. Ma la nostra fiducia non è su base irrazionale o umorale, perché la Legge prevede un Sistema di controllo che garantisca che la nostra sicurezza abbia quel livello di probabilità necessario, ossia che la fiducia non sia tradita. 

Un farmaco o un vaccino, in Italia e in Europa, prima di arrivare a casa nostra, sono sottoposti a severissime verifiche, dopo una sperimentazione anche controllata. L’UE nel 1995 ha istituito l’EMA – European  Medicines  Agency – che garantisce la valutazione scientifica, la supervisione e il controllo della sicurezza dei medicinali’. Di questa fanno parte i migliori cervelli della medicina e farmacologia europea, che sottopongono a comprovati protocolli i nuovi farmaci, prima che possano essere commercializzati; non bastasse, in Italia abbiamo l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che impone altre verifiche. Questi, nel caso specifico, sono il Sistema di controllo.

Per quanto il vaccino sia stato sintetizzato in tempi brevi, ciò peraltro auspicabile e necessario, sarà in commercio quando e se quel Sistema di controllo riterrà che sia sicuro ed efficace, con il livello di probabilità necessario.

E allora, perché i dubbi? Ci sono vaccini con livelli di probabilità di sicurezza ed efficacia altissimi, ossia molto vicini alla certezza: vaiolo, morbillo, polio, grazie ai decenni di sperimentazione e applicazione, mentre il vaccino in arrivo non ha un così elevato livello di probabilità, pena attendere 5-8 anni di ulteriore sperimentazione che lo stesso Crisanti richiama. Ma ciò che conta, e lo rende ‘sicuro’, almeno come prendere un treno o un aereo, è che ha quella probabilità di efficacia e sicurezza che il Sistema di controllo ritiene necessaria per metterlo in commercio. Insomma, la buona probabilità di sicurezza per entrare nel nostro corpo e fare bene c’è.

Concludendo, questi i due corni del dilemma. Scegliendo di credere al Sistema di controllo, decolleremo sul ponte della fiducia al vaccino che, solo una volta inoculato, ci darà la certezza dei suoi effetti, come la sicurezza che il volo è andato bene solo dopo l’atterraggio. Diversamente, non fidando in quel Sistema, non ci vaccineremo e, coerentemente, dovremo stare lontani pure dall’aereo, dal treno e da tanti altri farmaci.

Il lettore stia sicuro che, a rigor di logica, è così. Probabilmente.