Gianni Sasso torna da Rio da eroe e ripropone la battaglia contro le barriere architettoniche

di Gennaro Savio

Gianni Sasso,  lo speciale atleta dell’isola d’Ischia di ritorno dal Brasile dove ha partecipato alle paralimpiadi di Rio 2016, ha ricevuto un’accoglienza da eroe sul porto d’Ischia dove ad attenderlo c’erano tantissimi isolani che entusiasti e festanti aspettavano il suo arrivo. La banchina “Olimpica” dove è attraccato il traghetto partito da Pozzuoli, era assiepata da decine e decine di donne, uomini e bambini che non vedevano l’ora di riabbracciare il loro campione, quello che nei giorni scorsi in Brasile ha scritto la storia sportiva dell’isola Verde. Accompagnato e quasi “scortato” dagli amici Francesco Sacchetti e Antonio Carusino che in Brasile hanno seguito attimo dopo attimo la straordinaria esperienza del nostro atleta olimpionico, Gianni sceso dalla nave come prima cosa ha abbracciato forte a se i suoi genitori, papà Ciro e mamma Angelina. Si è trattato di un momento toccante che difficilmente sarà dimenticato dai presenti. Ma l’immagine più emozionante e significativa che con la nostra telecamera abbiamo catturato sul porto d’Ischia è senz’altro quella in cui mamma Angelina saltava e ballava con il volto ricoperto dalle lacrime. Lacrime di gioia  che hanno definitivamente preso il posto di quelle impregnate di dolore e di disperazione che per anni, dopo il tragico incidente in cui Gianni trent’anni fa perse la gamba sinistra, scorrevano ininterrottamente sul suo volto di madre affranta e disperata.

“Barriere architettoniche ovunque, sport precluso a tutti. Un Sasso contro le amministrazioni”. Recitava così lo striscione con cui gli amici di Gianni denunciavano il mancato abbattimento sull’isola Verde delle odiose e vergognose barriere architettoniche da parte delle sei amministrazioni comunali le quali con il loro modo di operare dimostrano da decenni di non avere minimamente a cuore le problematiche dei diversamente abili a cui è ovunque precluso il diritto alla mobilità. Cosa aggiungere. Il leone ischitano, come ormai viene definito il Gianni olimpico, oltre a quella sportiva, ha scritto una pagina importante della nostra vita sociale in quanto rappresenta un esempio più unico che raro di riscatto e di forza di volontà. Infatti dopo il drammatico incidente subito all’età di sedici anni, Gianni si è subito rialzato quasi come se nulla fosse accaduto ed in pochi anni è diventato un campione nella maratona, nel ciclismo, nel nuoto e nel calcio e oggi nel paratriathlon rappresenta uno degli atleti più forti al mondo. E se pensiamo  che negli anni scorsi è stato operato più volte dal Dott. Sergio De Rosa in quanto a seguito di altri due terribili incidenti stradali subì la frattura scomposta della caviglia e poi dell’anca, l’aver partecipato alle paralimpiadi di Rio ha rappresentato per lui un vero e proprio “miracolo”. E se il già campione italiano di paratriathlon  e medaglia di bronzo agli europei del 2013 in Brasile non è riuscito a salire sul podio, Gianni la sua medaglia d’oro l’ha vinta sfidando senza mai arrendersi le tragiche avversità che la vita gli ha riservato sin da giovanissimo. Il suo esempio di coraggio e di riscatto siano da incoraggiamento per tutti coloro che quotidianamente sono costretti a fare i conti con le difficoltà della vita. Forza Gianni. Gli isolani continueranno ad incitarti e ad incoraggiarti nelle tue imprese sportive.