Tony Palma, la mia passione per sempre

Attore, aiuto-regia personalità eclettica, Tony Palma si racconta a Scrivonapoli

Nato a Napoli, ex impiegato statale in pensione, ha alle spalle una lunga carriera che spazia dal teatro sperimentale al cinema, non disdegnando incursioni televisive e ruoli in fiction di successo.  

Cosa significa essere un attore e quali sono gli aspetti positivi  e quelli negativi di un mestiere in continua evoluzione?

Essere un attore è mettersi in gioco ogni istante. Non è un lavoro qualsiasi; è imprevedibile. Ma, come gli altri, richiede studio, costanza, sacrifici. E un pizzico di fortuna, inutile negarlo. Ho iniziato al Centro Studi DʼArte L. Luisi. Mi sono cimentato con un teatro un po’ particolare, sperimentale, astratto, fortemente simbolico. Poi, grazie ad unʼintuizione familiare, ho cercato una secondo strada, sono diventato impiegato. Tuttavia, sono riuscito a conciliare le due carriere. Anzi, posso dire che si sono addirittura intersecate a un certo punto. É successo ai tempi della prima stagione de ʻʻLa squadraʼʼ, nota fiction trasmessa su Rai3. Interpretavo un poliziotto della Scientifica e il regista mi chiedeva spesso dettagli tecnici in materia (allʼepoca, lavoravo davvero nella Pubblica Sicurezza della Scientifica!). Dai primi tentativi in giovanissima età, non mi sono più fermato. Dal teatro sono passato alla fiction e al cinema. Ma il primo è rimasto il mio vero grande amore. Ancora oggi recito nella compagnia del grande Maurizio Merolla. Con lui ho realizzato tanti progetti come, ad esempio ʻʻSpakkanapoli -Vento del Sudʼʼ che andava in onda su Telecapri e che ci è ha dato moltissime soddisfazioni. 

Cosa vuole dire ai giovani che vorrebbero intraprendere con questo mestiere?

Di prenderlo con serietà. Di studiare sempre. Anche da autodidatta, se non è possibile frequentare una scuola. Essere curiosi e non lasciarsi scoraggiare perché questa professione è fatta di alti e di bassi. E di spinte. Come accade, del resto, in tutti gli ambiti. Essere dunque consapevoli che non sempre il talento basta, ma senza – per questo – smettere di sognare o gettare la spugna. Crederci sempre. Investire sulla propria formazione, sulla gavetta, senza ricorrere a facili scorciatoie, senza lasciarsi tentare da un successo effimero e da guadagni immediati come oggi accade.  Andare oltre lʼimmagine, essere veri professionisti. Imparare dai grandi del passato, e del presente.

Un’esperienza particolarmente significativa?

Ne potrei citare tante. Ho avuto una parte nella serie targata Mediaset ʻʻPupettaʼʼ  che ricordo con particolare affetto. Di sicuro fra le più emozionanti cʼè stata la mia partecipazione alla fiction di RaiUno ʻʻIl grande Torinoʼʼ impersonavo il comandante della torre di controllo che interagiva con i piloti dellʼaereo poco prima della tragedia. É stato molto toccante, mentre recitavo mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo e di essere lì, di vivere sulla mia pelle, da testimone, quei momenti drammatici.

La pandemia ci ha costretto a ridefinirci. E a ridefinire anche i nostri ritmi lavorativi. Per fortuna adesso sembra che le cose stiano andando meglio. Come sta vivendo questa rinascita?

Sono molto felice, la pandemia aveva messo in stand by numerosi progetti che adesso stanno ripartendo. Come ʻʻIl Caso Saliceʼʼ che, in un certo senso, anticipava il dramma che stiamo vivendo, un anno prima dello scoppio della pandemia. Ho poi collaborato con Luca Guardabascio, un sodalizio che mi ha dato lʼopportunità di prendere parte al film ʻʻCredo in un solo padreʼʼe di recitare al fianco del grande Flavio Bucci.  Sempre con questo regista ho fatto anche un altro lavoro, presente sulle piattaforme on-line, ʻʻSenza far rumore – A me mi piace lavorare ʼʼsul caporalato agricolo,io ho il ruolo principale. Ma, come vi dicevo, il Teatro mi reclama sempre! Il prossimo appuntamento sarà a Nocera Inferiore, il 2 ottobre 19,30, con lo spettacolo ʻʻLa Divina Commedia in volgare…ma non troppoʼʼ diretto d Mario Merolla, presso il parco archeologico di Nocera Superiore, con la traduzione dei versi in napoletano del prof. Nazario Napoli Bruno e che mi vede nella veste di aiuto-regia. Lʼingresso è gratuito – fino allʼesaurimento dei posti e sempre nel rispetto della normativa anticovid – ed è un bel modo per conoscere una città che ha un fantastico patrimonio culturale. Siete tutti invitati, vi aspettiamo!

Eleonora Belfiore