Sfida all’Estremo Oriente e taglio Co2 al centro della prima giornata di Shipping and the Law

Mario Mattioli (Confitarma): Bene lavoro Ue su agenda mare e competitività

Presidente di Confitarma sceglie Napoli per la sua prima uscita ufficiale dopo l’insediamento


“Finché l’Europa mantene la tonnage tax, gli armatori europei sono in condizione di essere competitivi con gli altri protagonisti del mercato, per questo la maggiore influenza della Cina nel Mediterraneo è una sfida che le flotte europee possono raccogliere”. Questa la sida lanciata oggi a Napoli da Esben Poulsson, presidente dell’International Chamber of Shipping. La Cina e la sua sempre maggiore presenza nel Mediterraneo, è stato uno degli argomenti al centro della prima giornata di Shipping and the Law, la due giorni di convegni sullaa navigazione marittima globale organizzato da Francesco Saverio Lauro, avvocato marittimista, giunta alla sua VIII edizione.

“Lo shipping – ha aggiunto Poulsson – è un settore di libero commercio e se sei un operatore e sai fare affari, se ordini una nave al momento giusto e fai scelte oculate avrai successo”. Proprio sugli investimenti si è concentrato Mario Mattioli, nuovo presidente di Confitarma, che ha sottolineato come: “La crisi ha cambiato il paradigma degli investimenti. Oggi gli armatori fanno investimenti notevoli su singole navi, ma c’è bisogno di grande attenzione, fare un nave sbagliata può decretare quasi la fine di un’impresa. Fortunatamente c’è un foorte dialogo con il sistema bancario e le maggiori banche sostengono lo shipping: con l’ABI abbbiamo definito le procedure e pur perdurando una situazione di crisi, il sistema bancario ha sostenuto l’Italia più di quanto sia accaduto in altri Paesi”. Mattioli ha anche elogiato il dialogo aperto tra armatori e Unione Europea: “L’Unione Europea – ha detto – sta lavorando sull’agenda mare e questo è un bene. Abbiamo un impianto di regole nell’Ue che ha consentito di mantenere la competività della flotta: la tonnage tax consente alle navi europee di coetere alla pari con le flotte non-Ue che hanno condizioni favorevoli sia da punto vista della regolamentazione dell’imbarco e degli equipaggi, sia dal punto di vista fiscale. L’Ue considera l’agenda mare una priorità e questo ci fa piacere”.

Nella prima giornata di Shippig and the Law la discussione si è focalizzata anche sulle strategie degli armatori per afffrotare le nuove regole sul taglio delle emissioni inquinanti: “Sulla riduzione – ha spiegato Mattioli – delle emissioni si sta facendo molto a livello internazionale, usando carburanti meno inquinanti a basso contenuto di zolfo: siamo nel tempo del gas naturale liquido che è meno inquinanante, ma bisogna capire come si muovono le potenze mondiali, sappiamo che in Cina proliferano le centrali a carbone, che sono tra le piu’ inquinanti”. Una posizione più morbida nei confronti della Cina è stata assuntaa da Poulsson: “E’ giusto sottolineare – ha detto – che i cinesi usano le centrali a carbone ma d’altro canto loro sono molto concentrati sul processo di protezione dell’ambiente, sono costruttivi nei conssessi internaizonali. Bisogna anche sottolineare che la Cina è il Paese che investe di più nelle auto elettriche, può sembrare paradossale ma oggi i cinesi sono più costruttivi degli americani sotto questo punto di vista”. Francesco Saverio Lauro si è concentrato sugli aspetti normativi, sottolineando che “per riuscire ad abbassare le emissioni di Co2 anche nel commercio marittimo “serve un quadro normativo uniforme a livello internazionale, non solo italiano ed europeo ma a livello mondiale. Lo shipping è una soluzione alle emissioni non un problema perché è il metodo di trasporto più sostenibile. Ma su questo tema la discussione è aperta e abbiamo qui aa Napoli l’Internationl Chamber of Shipping (Ics) che si occupa di trattare con l’Imo della strategia globale della riduzione delle emissioni di Co2 in linea con gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi. Nessuna politica ambiziosa, anche quella di maggiore sostenibilità, per funzionare deve esssere sostenuta da una norma internazionale, delle convenzioni altrimenti tutto sarà inutile o addirittura avremo il risultato che i meno virtuosi saranno i vincenti sul mercato”.

A Napoli si è parlato anche dello scalo partenopeo, con Mattioli che ha sottolineato come “il porto di Napoli – ha detto – in questo momento ha una governance importante. Stimo il presidente Spirito e apprezzo la sua grande determinazione. Farà bene e avrà il nostro apporto costruttivo, anche per i dragaggi. E’ fondamentale farli, li sempre appoggiati e continueremo a farlo. Poi i porti italiani hanno sempre difficoltà a crescere, sprattutto quelli nelle città: abbiamo un numero di porti elevatissimo, non potremo mai competere con Rotterdam che fa in 10 mesi volumi che tutti i porti italiani fanno in 12. Dobbiamo guardare a porti come a un servizio importante all’industria localizzata, cercando di specializzarli il più possibile”.