Seicento liceali da tutta l’Italia sulle orme di Parmenide

Festival della Filosofia in Magna Grecia tra passeggiate filosofiche e laboratori

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Il Festival della Filosofia in Magna Grecia prosegue nel suo percorso di promozione e pratica filosofica con la ventunesima edizione del Festival dal 25 al 28 ottobre 2016 negli scavi di Velia, patria di Parmenide e Zenone, Vallo della Lucania, Casalvelino

“L’iniziativa – sottolinea Giuseppina Russo, presidente del Festival – è un’occasione di rinascita del filosofare nell’antico territorio della Magna Grecia, a partire dall’area archeologica di Elea-Velia, luogo simbolo del pensiero filosofico occidentale”. Il Festival prosegue il suo viaggio nei luoghi simbolo della Magna Grecia dopo il successo ottenuto nei giorni scorsi dal Festival della Filosofia in Basilicata-Matera, con la partecipazione di circa settecento liceali provenienti da tutta Italia.

Il mito di fondazione era l’energia vitale su cui le colonie della Magna Grecia definivano  la loro appartenenza. Esso era  costruito sull’’imprescindibile  rapporto tra il singolo e la comunità di cui si faceva parte . L’uomo greco poteva definirsi tale solo se era tutt’uno con il resto dei suoi  simili e se ne condivideva valori, regole aspirazioni . Questo patrimonio comune doveva avere uno spazio fisico, mentale entro cui realizzarsi con la partecipazione di tutti. L’agorà dunque non poteva crescere ed articolarsi se non attraverso un progetto consapevole che era costituito dalla PAIDEIA. Un momento educativo nel senso etimologico di “condurre fuori”  la persona che abitava in ciascuno. Questo processo non ha mai fine e coinvolge l’intero arco dell’esistenza. Solo così si può realizzare una vita degna di essere vissuta in cui le possibilità della natura umana trovino compiuta espressione. Per realizzare questa armonia ciascuno deve prendersi cura di sé e l’educatore deve fare in modo che ciò avvenga. Come la bellezza fisica consiste nella proporzione delle membra, e la salute  nell’equilibrio degli elementi che compongono l’organismo, così la bellezza e la salute dell’anima consisteranno nell’armonia delle forze che la compongono. I Greci riassumevano tutto ciò in una sola parola kalokagathia,  un ideale di perfezione insieme fisica e morale, ovvero di bello, pregevole, eccellente.  Il festival della filosofia si ritrova con la sua comunità a Velia per  rivivere  questo  momento fondativo e di confronto per realizzare nuovi percorsi in cui ciascuno con la propria energia ma insieme agli altri, possa definire e costruire la propria kalokagathia. Non è solo la bellezza che salverà il mondo ma soprattutto la crescita di individui che si educano al desiderio e  allo slancio necessario per realizzarlo.

La kermesse si aprirà a Vallo della Lucania, Teatro de Berardinis, con la Piccola compagnia Dammacco Impegnata nello spettacolo “L’inferno e la Fanciulla”con Serena Balivo Regia Mariano Dammacco con l’accoglienza della Sunshine di Valentino Berton.

Monologo enigmatico e affascinante che dà alla ricerca metafisica di ogni essere umano una leggerezza tragicomica e grottesca. In scena una surreale bambina che sembra voler persistere disperatamente in una dimensione fanciullesca, messa alla prova dalle disillusioni del mondo che la circonda, insofferente al potere e ai dettami dell’età adulta.

Un percorso che svelerà che il vero e proprio inferno per la protagonista, o forse di molti di noi, sta nel rischio di restare imprigionati in una proiezione mentale di se stessi adulti senza che questa si concretizzi.

Il Festival è un percorso culturale interdisciplinare che diviene peripatetico con la Passeggiata filosofico-teatrale: «La ricerca della felicità» che si svolgerà presso il Parco Archeologico di Elea-Velia con elaborazione testi e regia di Vincenzo Maria Saggese, selezione autori in collaborazione con Prof.ri Salvatore Ferrara e Annalisa Di Nuzzo

Si inaugura le nuova sezione sulla “Mattinata del Pensiero” che ospiterà il dialogo filosofico: “Paideia” a cura Prof. Massimo Donà – Università San Raffaele; a seguire  l’attività legata al sentire e all’empatia  con il dialogo “ Tutto quello che sono è sufficiente, se solo riesco ad esserlo” a cura del Prof. Salvatore Ferrara, direttore scientifico del Festival.

“Il vino è metafora meravigliosa e antichissima. Sulla cui superficie, come su quella di uno specchio tanto grande quanto l’universo, e dunque di fatto senza confini, si riflettono tutte le grandi vicende e le straordinarie possibilità che agli umani sono state donate dal destino. Ovvero, le grandi prove che tutti noi siamo continuamente invitati ad affrontare. Sì, perché quella del vino è una storia di grandi epopee e immani tragedie; è la storia di fantastiche esperienze immaginative e di grandi speculazioni; è storia dell’umanità – concentrata però in un solo bicchiere. In un bicchiere capace di contenere, nel proprio minuscolo spazio concavo, l’infinito tutto intero. E quindi anche tutta la storia che verrà. Ovvero, quella di cui siamo tutti necessariamente ancora ignari. Il vino è insomma una sfera magica che consente di ricordare e di inventare, di comprendere l’incomprensibile e di avvicinare le cose più lontane”. Massimo Donà presenterà così ai docenti la sua “filosofia del vino”.