San Domenico Maggiore, uno scrigno prezioso sempre più aperto alla città

Possibili nuove visite a Sagrestia, le Arche Aragonesi e la Sala degli Arredi Sacri

L’ordine dei Frati Predicatori di San Domenico Maggiore in Napoli comunica la nascita dell’Opera San Domenico Maggiore (DOMA). Questa nuova realtà nasce dall’intenzione dei frati domenicani di valorizzare il patrimonio storico, artistico e di fede racchiuso nel Complesso monumentale di San Domenico Maggiore abitato dagli stessi fin dal 1231, circa 800 anni di fede, storia, cultura, vita. L’ Opera si avvale dell’esperienza pluriennale di conservatori dei beni culturali, storici dell’arte e professionisti che operano nel campo delle attività e degli eventi culturali e didattici. Nell’ottica della ideale continuità  con gli scopi originari dell’Ordine dei Frati Predicatori, di apertura e di proficuo e vivifico dialogo con il territorio, DOMA persegue la finalità di progettare e realizzare diversi tipi di iniziative culturali, itinerari e incontri volti alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e religioso del complesso in questione, anche in collaborazione con altri attori territoriali, sia pubblici che privati. Sono infatti in programma una serie di iniziative tra cui visite guidate per singoli e gruppi che permetteranno di poter ammirare la Sagrestia, le Arche Aragonesi e la Sala degli Arredi dove sarà esposto in via del tutto straordinaria il Salvator Mundi di scuola di Leonardo da Vinci. Il dipinto su tavola, databile entro il secondo decennio del Cinquecento, rappresenta un’opera di particolare importanza perché tratto da un presunto prototipo perduto di Leonardo da Vinci. Sarà inoltre possibile visitare la cella di San Tommaso d’Aquino e ammirare il prodigioso  Crocifisso ligneo del XIII secolo.

Il Complesso monumentale di San Domenico Maggiore rappresenta uno dei monumenti più importanti della città di Napoli. Sito in pieno centro storico tra il Decumano  inferiore e quello maggiore, ha fin dal Rinascimento rappresentato un polo rilevante per la scritturadella storia della città grazie alla scelta dei sovrani aragonesi di elevare la chiesa di San Domenico a pantheon dinastico e dove tuttora è possibile ammirarne le sepolture. La fondazione della chiesa risale al 1283, anno in cui Carlo II d’Angiò ne finanziò l’edificazione e affidò ai Frati Predicatori Domenicani , giunti a Napoli nel 1231, l’imponente edificio gotico terminato nel 1324. Le Arche aragonesi, collocate nella suggestiva sagrestia affrescata nella volta da Francesco Solimena (1709), costituiscono una rara ed eccezionale collezione di sepolture dato l’eccellente stato di conservazione dei corpi e dei corredi funerari, abiti in particolar modo,  musealizzati nell’adiacente Sala degli Arredi Sacri che custodisce anche altre importanti opere d’arte, come l’enigmatico Salvator Mundi di scuola leonardesca. Gli ambienti conventuali, accessibili in via esclusiva con visita guidata, conservano eccezionali testimonianze di arte e fede. Il percorso trova il suo culmine nella visita alla cella di San Tommaso d’Aquino che a San Domenico Maggiore studiò e visse a più riprese e dove si possono ammirare oggetti appartenuti al Santo e il Crocifisso prodigioso del XIII secolo che secondo la tradizione parlò all’aquinate. La visita a San Domenico Maggiore rappresenta una suggestiva esperienza di arte, storia, cultura e fede.