Napoli e i suoi figli all’estero. “Il caffè sospeso” tra passato e futuro

La "fuga di cervelli" è una fuga di cuori che vorrebbero continuare a battere qui

di Mariateresa Di Pastena

Napoli è una città magica, dove il mare ed il cielo si abbracciano ogni giorno. Napoli è generosa, passionale, verace.  Napoli è arte, musica, cultura, storia. Napoli ha gli occhi chiari  e a volte scuri, ma è il modo in cui ti guarda ad essere unico. E questo sguardo non lo dimenticano, anzi se lo portano dietro, tutti i suoi giovani figli costretti ad “emigrare”  pur di trovare un lavoro. Questo verbo, per noi così antico e doloroso (e che oggi, naturalmente, associamo soprattutto ad altre situazioni, tragiche, di tanti paesi),  ci fa pensare al passato, eppure non è mai stato così attuale. Oggi si dice “andare a lavorare all’estero”, ma la sostanza non cambia: le famiglie, loro malgrado, si spezzano, si separano, e ormai affrontano questa realtà con una forza ed un altruismo encomiabili. O forse è solo la rassegnazione, che dà un calcio alla rabbia, perché non vuole dargliela vinta, e si trasforma in coraggio. Ma  Napoli  ed il Sud sono stanchi di fare le valigie!

La cultura è una cosa fondamentale: lo sanno bene quei genitori che fanno tanti sacrifici per far studiare i propri figli e fargli prendere una “laura”, come recitava il grandissimo Totò in un suo intramontabile film! Eppure, la laurea stessa ed il diploma, spesso ormai, sono utili (per trovare un lavoro)  come un paio di sci dove non nevica mai. Per questi bravi ragazzi (e sono tanti, anche se non fanno mai notizia), che si impegnano e rendono orgogliosi i propri genitori (e non c’è cosa più bella al mondo!) , si susseguono esami fatti di corsa, uno dietro l’altro, notti sui libri, invece che a divertirsi…  Ogni esame superato, un piccolo grande traguardo. La tesi, che sembrava  lontana  finalmente arriva, e il giorno della laurea tutti a festeggiare con i confetti rossi, le congratulazioni e le lacrime di mamma e papà. Che soddisfazione!

Poi si comincia a cercare il Lavoro e ci si sente grandi!  Si cresce un po’ di più ad ogni curriculum inviato, perché è proprio quella voglia di indipendenza, quel “volersi mantenere da soli” che  rende adulti. E si diventa grandi davvero. Ma si diventa anche disoccupati, quando si cerca il lavoro e non lo si trova. “La pazienza ha un limite”, si dice. Ma la pazienza non ha limiti, per questi ragazzi. Nessuno vorrebbe lasciare la propria famiglia, nessuno vorrebbe lasciare Napoli e la propria Terra. Ma quando quella stessa Terra  spinge lontano, tra le braccia di altre Terre che offrono tante opportunità, allora si è costretti, a (grandissimo!) malincuore, a lasciare l’abbraccio di una madre, di un padre, di un fratello, e lo si fa con un sorriso amaro. Ma tutti sorridono, perché sorridono al futuro di chi parte: dentro, però, quanta amarezza! L’aereo decolla e atterra e non c’è tempo per i ricordi, che però riaffiorano  il giorno dopo, quando comincia a mancare l’odore di quel caffè  che “sulo a Napule  ‘o sanno fa’”. E ci si rende conto che sono tante, troppe, le cose che sanno fare solo a Napoli: sembrano davvero infinite a chi si dovrà accontentare di gioirne ogni tanto e in pochi giorni, in cui il tempo vola e non basta mai… Si aspetta Natale, Pasqua, l’estate, come un turista innamorato. E ogni volta che si riparte, che fatica!

La chiamano fuga di cervelli, ma è soprattutto una fuga di cuori, questa… 

Di cuori che vorrebbero continuare a battere qui, a Napoli, nella città del “caffè sospeso” (un’antica usanza napoletana che consiste nell’offrire, pagandone due al posto di uno, un caffè al bar ad uno sconosciuto, a qualcuno che non può permetterselo).

E allora ci auguriamo che quel caffè. che per questi ragazzi resta “sospeso” troppo a lungo e che, in questo caso, odora di radici, famiglia, amici (loro non se li possono permettere!) sia un diritto delle prossime generazioni:  Napoli è troppo bella e nascerci è una fortuna a cui i nostri ragazzi non devono essere costretti a rinunciare! E, soprattutto, i nostri ragazzi sono una fortuna ed una risorsa a cui Napoli non deve rinunciare!  Naturalmente, non è in discussione la scelta di andare a  fare esperienze lavorative  fuori (anzi, come recita un antico proverbio napoletano, “Chi va spierto, diventa espierto”: chi va all’estero, diventa esperto),  ma purché sia, appunto, una scelta, un’alternativa, e non l’unica strada possibile. Possiamo dire con certezza, e per esperienza, che il sogno più grande, per i figli di Napoli, è poter realizzare i propri sogni nella meravigliosa città che li ha “partoriti”.