Napoli, benvenuto a 300 nuovi cittadini italiani

La cerimonia è avvenuta a Palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco

di Francesco Maria Zaccaria

Proprio nel momento in cui la campagna elettorale si appresta ad affrontare l’ultima e più accesa fase il Comune di Napoli ha dato, con una cerimonia apposita, il benvenuto a 300 nuovi cittadini italiani. Si tratta di extracomunitari da tempo residenti a Napoli e che, nel rispetto delle norme vigenti (naturalizzazione, diritto di sangue, matrimonio o unione civile con persona italiana e per tutti gli altri casi previsti dalla norma). E’ l’esempio probante  di una integrazione riuscita.
La cerimonia è avvenuta a Palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco de Magistris, dell’assessore alla Trasparenza Alessandra Sordu e del responsabile dei servizi anagrafici del Comune Luigi Loffredo. Molti si sono commossi, era un riconoscimento cui aspiravano da tempo.

Cittadini[3]
La circostanza è stata utile per fare anche un riferimento allo ius soli, che oggi viene riconosciuto solo a chi possiede determinati requisiti e che invece sarebbe stato esteso a tutti i bambini nati in Italia da genitori stranieri, che hanno sempre vissuto nel nostro paese e che frequentano la scuola. Ma la riforma si è arenata al Senato  ed è praticamente sfumata con la fine della legislatura. Il commento è venuto dall’assessore Sardu: “Purtroppo il 23 dicembre scorso, in Senato, non si è discusso il nuovo disegno di legge sulla cittadinanza perché i senatori, dopo aver votato il bilancio, hanno lasciato l’aula.  Ci sono 800mila bambini che nascono in Italia, ricevono l’istruzione nelle nostre scuole, hanno una cultura italiana, però per acquisire la cittadinanza devono attendere a lungo e questo è causa di molta discriminazione”.
A quello della Sardu si è aggiunto il commento del sindaco De Magistris: “Se guardo l’elenco dei Paesi dai quali provengono questi  nuovi cittadini italiani sembra quasi di stare alle Olimpiadi. E’ certamente una bella circostanza, ci fa capire che nel mondo ci sono persone diverse che però devono avere gli stessi diritti e osservare le stesse regole e gli stessi doveri”.