Festival dell’Oriente, Napoli ha gli occhi a mandorla

Alla Mostra dʼOltremare una fiera che prevede un susseguirsi di incontri

Dopo il lungo stop causato dalla pandemia, il Festival dell’Oriente torna a Napoli, alla Mostra dʼOltremare. Una fiera imperdibile che prevede un susseguirsi fittissimo di incontri, seminari ed esibizioni, con un’attenzione particolare rivolta alle discipline bionaturali e olistiche.  Grande successo per il primo dei due appuntamenti, svoltosi sabato 10  settembre e domenica 11 (dalle ore 10.00 alle 22.30). Un evento che si replicherà con lo stesso entusiasmo il 17 e il 18. Arte, cultura, cerimonie tradizionali, gastronomia, folklore, alla (ri)scoperta dell’Oriente, declinato in tutte le sue sfumature.

Sin dalla seconda metà dell’Ottocento, quando il Giappone si aprì all’Occidente in occasione  della ripresa dei contatti commerciali e diplomatici, e dell’Esposizione universale di Parigi del 1867,  l’attenzione nei confronti delll’ esotico e variopinto Oriente è cresciuta sempre di più, come manifesta la longevità di questo Festival.
Anche in questa coloratissima edizione, non è mancato l’allestimento di numerosi bazar. Il pubblico ha potuto così ammirare,  acquistare, degustare, prodotti tipici  provenienti da queste terre lontane. Così, attraverso i padiglioni, è tutto un susseguirsi di gioielli, borse, incensi, profumi, spezie, prodotti bio e di incantevoli “kokeshi”, le bambole giapponesi, simbolo di buon auspicio, del Sol Levante.  Durante la kermesse è inoltre possibile assistere a moltissime cerimonie tipiche, come quella del tè o partecipare a seminari e workshop ad hoc. Una kermesse che rende, in un certo senso, tributo allʼunicità di Napoli, città non soltanto di tenebre ma anche di straordinarie luci e opportunità. Ed è soltanto in una metropoli che raccoglie e racchiude da sempre mille anime, è possibile ritrovare in modo così emblematico l’impronta eclettica dell’Oriente. 

Eleonora Belfiore