È arrivata Arcana, la tigre bianca

Allo Zoo di Napoli per il Week end 8-9 aprile per Pasqua ci sono grandi novità

Chi ha mai visto una tigre bianca? Allo Zoo di Napoli è possibile, sebbene sia rara in natura. Infatti, il week-end 8-9 Aprile riserva una grande sorpresa, perché i veterinari dello Zoo di Napoli e lo staff di esperti presenterà al pubblico partenopeo due ospiti speciali: Annibal e Arcana. Si tratta di due esemplari di tigre, donati allo Zoo da Gianni Mattiolo e Giacomo Ferrari. La novità? Arcana è un esemplare di tigre bianca.

In origine la tigre bianca era una tigre del Bengala caratterizzata da una variazione del colore del mantello che, invece di essere arancio, si presenta bianco con strisce nere o marroni. Oggi le tigri bianche possono derivare da incroci tra più sottospecie, ma è importante sottolineare che non appartengono a una sottospecie distinta. Gli esemplari che presentano tale colorazione del mantello si definiscono leucistici: il leucismo è una forma di albinismo incompleto ed è causato da un gene recessivo che inibisce la pigmentazione del mantello.

L’aspetto è maestoso e già dai primi avvistamenti di tigre bianca in natura che risalgono al 1820, si riteneva di una eleganza unica. L’ultimo esemplare di tigre bianca allo stato selvatico è stato avvistato nel 1951 e gli fu dato il nome Mohan. Da questo esemplare provengono la maggior parte delle tigri bianche oggi in cattività.

Lo staff scientifico dello Zoo di Napoli si è impegnato per ospitare al meglio Arcana e Annibal nel parco, così da poterle ammirare ed accudire, considerando le specificità della specie. Considerando tra l’altro che la variante leucistica della tigre è una mutazione spontanea dovuta alla variabilità genetica della specie, tuttavia è importante sottolineare che, non essendo una sottospecie a se stante, pur essendo molto rara, non è inserita in programmi di conservazione. Non sono previsti infatti dalle organizzazioni di settore  sforzi in tal senso in quanto la sopravvivenza e la diffusione di questi esemplari è dovuta unicamente all’azione dell’uomo che, per un fattore puramente estetico, ha  allevato e selezionato  i caratteri di tale variazione.