Cinema in Campania, una realtà da salvare

L'’AGIS auspica l'intervento della Regione nell'’erogazione dei finanziamenti

Tutto lo spettacolo dal vivo che opera in Campania attraversa un momento di grandissima difficoltà.  E’ il segnale di allarme che lancia l’’Unione AGIS alla Regione Campania auspicando un tempestivo intervento dell’’Ente nell’’erogazione dei finanziamenti previsti dalla Legge n. 6 -2007, relativamente all’’attività svolta nel 2014 e nel 2015. 

Fondi già assegnati e ampiamente rendicontati, che diventano adesso necessari per la sopravvivenza delle oltre 350 imprese di un comparto riconosciuto dalle stesse Istituzioni di “strategica importanza economica e culturale”.

Il teatro, la musica, la danza, lo spettacolo viaggiante e tutto ciò che va sotto l’’ampia dizione di spettacolo dal vivo, rappresentano in Campania, nel loro insieme, uno straordinario sistema di imprese ed enti, di artisti ed autori, di tecnici e maestranze qualificate, di capacità imprenditoriali ed intellettuali, di luoghi di spettacolo, spesso di notevole pregio artistico ed architettonico, il cui valore complessivo è sicuramente di gran lunga superiore alla somma delle sue componenti. 

Un sistema che si  esprime attraverso un’’ampia comunità e che garantisce attualmente eccellenti livelli occupazionali sull’intero territorio regionale contando, secondo i recenti dati dell’INPS/ENPALS, oltre 7.000 lavoratori, ai quali si aggiungono, se si conta l’indotto diretto, altre 3.000 unità, tra maestranze stagionali, consulenti e impiegati nei servizi.

Una sorprendente comunità di addetti ai lavori che condividono esperienze conoscenze regole e spesso attività in una virtuosa comunione del sapere e dell’’agire, e che rappresenta un importante fattore di sviluppo per l’’economia della nostra Regione ed una eccellenza culturale universalmente riconosciuta di cui la Campania può indubbiamente menar vanto.

Questo patrimonio è tutelato dalla Regione Campania, attraverso la Legge 6/2007, con fondi di bilancio che, in  base all’attività svolta e certificata, finanziano le imprese. 

Al momento, però, i contributi, sebbene stanziati (e spesi per le relative attività), si fermano al 2013. Vale a dire che la produzione del 2014 e del 2015 (spettacoli, stagioni e rassegne, e di conseguenza il personale tecnico ed artistico in esse impegnato), ovvero tutto ciò che il pubblico, oltre 7 milioni di spettatori,  ha visto sui palcoscenici della Regione di fatto non ha ancora ricevuto le sovvenzioni previste.

La riflessione di questi giorni, sulle sorti del Teatro Nazionale di Napoli o del Teatro di San Carlo che costituiscono una parte di questo sistema complesso ed articolato, non può prescindere dal considerare la criticità in cui versa l’’intera industria culturale della Campania che adesso ha bisogno di attenzione e interventi certi dall’’Ente Regionale.