Nuove frontiere per la produzione industriale. Ecco la 4.0 ideata a Napoli

In questi giorni a Napoli, dal 13 al 15 settembre, si sta svolgendo, presso il Centro Congressi “Partenope” dell’Ateneo Federiciano, la XXI edizione della “Summer School, Francesco Turco”. Essa è incentrata sul tema dell’integrazione industriale dei nuovi approcci logistico produttivi, ispirati al paradigma, sempre più diffuso, denominato “Indutstry 4.0″.

La tre giorni di lavori, ha visto più di 350 presenze, tra relatori di rilievo internazionale, provenienti sia da differenti ambiti accademici (Professore Jay Lee-Unisersità di Cincinnati, Prof. M.Taisch- Politecnico di Milano, Prof. R. Keegan-Business School, Trinity College), sia dall’ambito industriale (A.Smith-STMicroelectronics, G. Possio- Spesso Gaskets,Dr. E. Ragusa-EMEARegion Manager FCA S.p.a.).

Alle planary lectures dei più eminenti docenti e manager si sono poi aggiunti i contributi scientifici di più di 50 relatori scelti tra ricercatori e dottorandi provenienti da tutte le Università nazionali. Tali contributi hanno avuto ad oggetto le possibili declinazioni che in ambito industriale, combinando IoT(Internet of Things), Big Data, CPS(Cyber Physical Systems, Integrazione M2M (Machine to Machine), si possono realizzare. Carattere singolare e momento di interesse apicale del congresso è costituito dall’esperienza diretta delle tematiche in argomento, riservata ai dottorandi e realizzata attraverso un attività di  

learning by doing. Quest’anno, il gruppo di ricerca di Impianti Industriali del DICMAPI,  

Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei materiali e della Produzione Industriale dell’Università Federico II, diretto dalla Prof. Liberatina C. Santillo, ha realizzato (esempio unico in Italia), un Cyber Phisical System industriale in scala ridotta, immaginato quale elemento di logistica a supporto della produzione di un piccolo stabilimento.

In tale contesto, il gioco è consistito nel configurare lo “stabilimento”, nel realizzare i prodotti e nel verificare i profitti, in una duplice configurazione di impresa: una manche con un set-up tradizionale (automatico) ed una seconda con un set-up 4.0; quest’ultima in grado di riservare alle macchine quote di autonomia decisionale di carattere autoadattivo, sulla scorta dei comportamenti reali.

I partecipanti, per la prima volta sul territorio nazionale, hanno potuto toccare con mano, la forza e, al tempo stesso, le tematiche connesse alla complessità dei sistemi industriali in configurazione 4.0. In modo particolare, hanno testato le architetture strutturali, logiche e informative per la realizzazione e per la gestione di un Syber Physical System e, soprattutto, hanno avuto modo di porsi di fronte a uno degli attuali dilemmi della produzione industriale a livello globale: quale frontiera strategico-gestionale rende l’adozione della 4.0 non solo un opportunità, ma, soprattutto, un conditio sine qua non per la sopravvivenza aziendale? In altri termini, il trasferimento di autonomia decisionale ai CPS (con i relativi costi industriali connessi), garantisce sempre vantaggi competitivi per la sua adozione? Il gioco, sebbene in maniera ristretta alla semplice analisi dei profitti, ha parzialmente dato risposta anche a questo quesito: al crescere dell’aleatorietà dei processi produttivi e dell’imprevedibilità delle condizioni di mercato (che ben sappiamo caratterizzano l’attuale scenario industriale) adottare una logica 4.0 risulta essere l’approccio più adeguato. Inoltre, la capacità di   reazione autoadattiva, insita in CPS, costituisce non solo un vantaggio competitivo, ma, un elemento di reddito incisivo sulla sopravvivenza aziendale.