Ciao Marco! Alessandro Sacchi (presidente UMI) ricorda Pannella

Ho conosciuto Marco Pannella alla metà degli anni 80 del secolo scorso. All’epoca il Partito Radicale aveva aperto una sede a Napoli, in vista delle elezioni per il Consiglio Comunale, e Marco, che avrebbe poi capeggiato la lista, era spesso presente in città. La sua conversazione sapeva di buone letture ed aveva nel privato qualcosa di antico, non sempre condivisibile, ma mai banale.

Si divertiva a scrutare le espressioni del viso dell’interlocutore, allorquando raccontava di suoi incontri con personaggi lontanissimi nello spazio-tempo, come  “Don” Benedetto Croce,  abruzzese come lui e napoletano d’adozione, la cui casa aveva frequentato e che, su di me, che l’avevo studiato al Liceo, faceva la stessa impressione di Biante di Priene. Ci siamo rivisti frequentemente negli ultimi anni.

Intervenne al congresso dell’UMI del 2012, ignorando deliberatamente i tempi di intervento, che tutti gli ospiti avevano  diligentemente rispettato, ed è stato presente a molte nostre iniziative recenti, soprattutto a proposito della nostra richiesta di abrogazione dell’Art.139 della Costituzione, progetto che condivideva, considerando il 139 una compressione insopportabile della Sovranità popolare.

Lo scorso ottobre, a Teramo, mi confidò di non stare bene, ma che sarebbe intervenuto se possibile a tutte le nostre iniziative per il 139. L’averlo visto a casa sua, poco tempo prima che se ne andasse, mi ha riportato alla mente la descrizione del protagonista de “il vecchio e il mare” che Hemingway tratteggia nelle prime pagine del romanzo: “tutto era vecchio in lui, tranne gli occhi, che erano allegri e indomiti….” Mi piace pensarlo intento in conversazione con Maurras, o Gentile e, perché no, Ho Chi Minh, ovviamente polemizzando sul concetto di essere liberi, sentirsi liberi, apparire liberi. Buon viaggio Marco!

               

                                                                                               Alessandro Sacchi (Presidente UMI)