I figli degli Altri torna tra i ragazzi di Nisida

Cappelluccio: “Nelle carceri italiane manca un servizio di psicoterapia”

 

Il progetto che riparte il 5 dicembre sarà duplicato in 4 Paesi dell’UE

Sarà un Natale diverso, si spera, per i ragazzi del Carcere minorile di Nisida che a fine luglio hanno strappato una promessa alla presidente della Fondazione I Figli degli Altri Rosetta Cappelluccio “ Dottorè turnate prest!” E così è stato. Venerdì 5 dicembre comincerà il secondo ciclo di incontri del progetto terapeutico sulla “Dialectical behavioir therapy ( Dbt), realizzato, per la prima volta in un carcere, per aiutare i reclusi a gestire le proprie emozioni.  Un appuntamento che si rinnova, con una serie di 12 incontri con 15 detenuti, che hanno dai 15 ai 18 anni, e con una novità.

“Utilizzeremo anche l’arte grafica come strumento terapeutico – sottolinea la Cappelluccio –  e realizzeremo con i ragazzi una serie di opere che diventeranno poi una mostra. Attendiamo che si faccia avanti una galleria campana, che vorrà curarne la realizzazione”.  

L’Istituto penitenziario minorile di Nisida conta 75 detenuti: tutti ragazzi giovanissimi che hanno alle spalle reati gravi, a volte molto gravi ma che stanno imparando a gestire emozioni, represse come rabbia e aggressività. 

“La scorsa primavera – spiega Rosetta Cappelluccio – quando siamo entrate , in punta di piedi, nelle aule di Nisida, i ragazzi erano molto diffidenti. Il carcere, e in modo particolare quello dei minori, è un luogo di iper-controllo e deprivazione, poco favorevole alla co-regolazione affettiva. Per noi terapeuti, è stato fondamentale durante gli incontri con i detenuti creare dei rituali iniziali e finali: dal saluto alla scelta di una parola semplice. Abbiamo messo in contatto le loro emozioni, nascoste, con le nostre, lasciandole confluire in un gesto, spesso sottovalutato, come l’abbraccio. Che ha dato tanto a loro quanto a noi”.

Il progetto sulla Dbt per il carcere, che rappresenta un unicum in Italia, sarà duplicato anche in 4 paesi dell’Unione Europea:  Francia, Bulgaria, Polonia e Repubblica Ceca. 

“Voglio sottolineare, con forza,   – conclude la Cappelluccio, che un mese fa è stata chiamata a Milano per spiegare quanto realizzato a Nisida   – che il progetto sulla Dbt, realizzato insieme alla Fondazione I figli degli Altri, rappresenta, per questi ragazzi, l’unico momento vero di psicoterapia: un servizio che manca completamente nelle carceri italiane. A Nisida, il momento di incontro con il nostro team di esperti è diventato un vero confronto con sé stessi sulla mancanza di amore ricevuto, sul dolore che diventa rabbia, sui pensieri negativi e sull’importanza, non consapevole, di esternare le proprie emozioni. Quando abbiamo cominciato, circa dieci mesi fa, i ragazzi erano chiusi, imbarazzati ma soprattutto non avevano mai fatto i conti con la gestione delle proprie emozioni. Abbiamo insegnato loro che l’impulso all’aggressività passa anche da quelle e che fermarsi un momento, prima di agire, può fare la differenza”.