A due settimane dalla canonizzazione di Bartolo Longo, è stato Monsignor Vincenzo Pisanello, Vescovo di Oria, la diocesi pugliese di cui era originario il Fondatore del Santuario, a presiedere, sul sagrato della Basilica di Pompei, la Santa Messa e la tradizionale recita della Supplica nella prima domenica di ottobre. Nell’omelia il Presule ha esortato ad avere fede in Dio e a invocare l’intercessione della Madonna in un mondo nel quale «è sufficiente volgere lo sguardo all’Europa e al Mediterraneo per potersi rendere conto che sorta di violenza viene perpetrata, soprattutto verso gli indifesi ed inermi, bambini e anziani». Il Pastore ha incoraggiato i devoti a radicarsi nella fede, ad avere speranza, a vivere concretamente la carità, guardando proprio a Pompei e al suo Fondatore che, giunto in una Valle abbandonata nel 1872, seppe vedere ciò che ancora non era visibile. Alla preghiera pompeiana, nel corso della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro, s’è unito spiritualmente anche Papa Leone XIV.
Il popolo di Maria non si è fatto fermare dal maltempo e, malgrado la pioggia incessante, ha
affollato stamane il sagrato del Santuario di Pompei, dove Monsignor Vincenzo Pisanello, Vescovo
di Oria, ha presieduto la Santa Messa e la tradizionale recita della Supplica della prima domenica di
ottobre, mese del Rosario. Una preghiera ricordata anche da Papa Leone XIV che, nell’Angelus in
Piazza San Pietro, ha detto tra l’altro: «Ci uniamo spiritualmente a quanti sono radunati presso il
Santuario di Pompei per la Supplica alla Vergine del Santo Rosario. In questo mese di ottobre,
contemplando con Maria i misteri di Cristo Salvatore, intensifichiamo la nostra preghiera per la
pace, una preghiera che si fa solidarietà concreta con le popolazioni martoriate dalla guerra. Grazie
ai tantissimi bambini che in tutto il mondo si sono impegnati a pregare il Rosario per questa
intenzione. Grazie di cuore».
Monsignor Pisanello, che guida la diocesi pugliese nel cui territorio rientra Latiano, dove
Bartolo Longo, Fondatore della Nuova Pompei, nacque nel 1841, è stato accolto dall’Arcivescovo
della Città mariana, Monsignor Tommaso Caputo, ha aperto la sua omelia parlando di pace: «È
sufficiente volgere lo sguardo all’Europa e al Mediterraneo per potersi rendere conto che sorta di
violenza viene perpetrata, soprattutto verso gli indifesi ed inermi, bambini e anziani. E nonostante
da tempo, anche su sollecitazione dei Sommi Pontefici, Francesco e Leone XIV, stiamo invocando
da Dio il dono della pace per quelle terre martoriate, ma anche per i tutti i luoghi che sono in guerra,
sembra che il Padre della misericordia non voglia ascoltarci». Monsignor Pisanello ha commentato
così le parole della Prima lettura, tratte dal Libro di Abacuc nel quale il Profeta alza il suo grido per
chiedere a Dio perché non ascolti la sua implorazione d’aiuto. Ma la sua fede è radicata e forte:
l’aiuto di Dio verrà. La speranza resta viva. «Dinanzi a questa facciata del Santuario di Pompei,
intitolata alla pace universale e inaugurata nel 1901, all’inizio del secolo scorso – ha proseguito il
Vescovo – salga a Dio per intercessione della Madonna di Pompei, ancora più forte, il grido di pace
e, integrando le parole della Supplica, preghiamo: “Pietà e pace oggi imploriamo per le Nazioni
traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per
tutti, o Madre di Misericordia!”».
Il Pastore ha esortato i devoti a radicarsi nella fede, ad avere speranza, a vivere concretamente
la carità, guardando proprio a Pompei e al suo Fondatore, Bartolo Longo, che Papa Leone XIV
proclamerà santo presiedendo la Messa di canonizzazione, in Piazza San Pietro, il prossimo 19
ottobre. «Proprio Pompei, la nuova Pompei, con lo splendore del suo Santuario e con le Opere di
carità ad esso collegate – ha detto ancora Monsignor Pisanello – dà corpo alla nostra speranza, ci
permette di vedere un mondo nuovo, fondato sulla fede e manifestato dalla carità. Sono proprio le
tre virtù teologali, cioè doni di Dio, che hanno Dio come fine e che sono possibili solo attraverso
l’azione divina nella persona e non derivano dallo sforzo umano, che hanno sostenuto il Beato
Bartolo Longo e sua moglie, la Contessa Marianna Farnararo de Fusco, nell’intuire prima e nel
realizzare poi, la Città di Maria, la nuova Pompei. Com’è noto, tutto è partito in quel lontano
ottobre del 1872 quando, giungendo nella Valle di Pompei, il nostro Santo continuava a domandarsi
come avrebbe fatto a salvarsi, dato che aveva vissuto esperienze poco edificanti (adesione allo
spiritismo, al positivismo – negando il soprannaturale – e all’ateismo pratico). Era verso
mezzogiorno quando ebbe una monizione interiore: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”. Che
credito dare ad una tale ispirazione mentre girando solamente lo sguardo sulle campagne che
doveva amministrare e sulle quali oggi esiste la Città di Maria, vedeva solo desolazione ed
abbandono? È la fede di quest’uomo, un laico – lo voglio ribadire, un laico come tantissimi di voi –
che gli ha fatto credere in una ispirazione divina e gli ha fatto sentire la materna protezione di Maria
Vergine. È la fede che gli ha permesso di vedere ciò che ancora non era visibile. È la fede che lo ha
spinto ad iniziare a catechizzare i contadini, a ristrutturare la chiesa parrocchiale del Santissimo
Salvatore e ad erigere una nuova chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, la cui prodigiosa
immagine arrivò a Pompei, su un umile carro di letame, il 13 novembre 1875, centocinquant’anni
fa! Un giubileo nel Giubileo!».
Nell’accogliere Monsignor Pisanello, l’Arcivescovo Caputo ha ricordato il legame tra
Pompei e la Puglia: «Lei – ha evidenziato – è il “vescovo di Bartolo Longo” perché Latiano, la Città
che nel 1841 diede i natali al Fondatore, è nel cuore del territorio della sua Chiesa particolare. È a
Latiano che Bartolo Longo fu educato alla fede da mamma Antonia Luparelli e dal papà medico
Bartolomeo; è a Latiano che gli fu insegnato a fare il segno della croce e a pronunciare per la prima
volta le parole “Ave Maria” Si può comprendere, così, la forza del vincolo che unisce Pompei e
Latiano, sigillato dal gemellaggio tra le Città e dagli innumerevoli pellegrinaggi che, dalla sua terra,
florida di fede, giungono ogni anno al Trono della Madonna». Ed era pugliese anche la Fondatrice
Marianna Farnararo De Fusco, nata a Monopoli, come ha ricordato ancora il Presule salutando i
responsabili e gli ospiti delle numerose Opere di carità che accolgono neonati, bambini, ragazzi,
mamme e tante altre persone in difficoltà.
La Santa Messa, animata dal Coro Pompeiano “Don Franco Di Fuccia”, è stata concelebrata
dal Nunzio Apostolico Monsignor Luigi Travaglino; da Monsignor Gennaro Pascarella, Vescovo
emerito di Pozzuoli e Ischia; e da Monsignor Vijay Kumar Ravayala, Vescovo di Srikakulam, in
India, e missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere.
Hanno partecipato al rito le Suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, i
Fratelli delle Scuole Cristiane e i responsabili delle case famiglia del Centro per il bambino e la
famiglia “Giovanni Paolo II”, che si prendono cura dei minori accolti.
Ai fedeli, presenti sul sagrato della Basilica, si sono unite migliaia di persone che hanno
seguito il rito, in televisione o in streaming, grazie all’emittente Canale 21.