Napoli in un vicolo cieco ma guai a cadere nella tentazione di sfasciare tutto

Insigne l'eroe triste. Oggetto misterioso di una squadra che non è più la sua squadra

di Marco Martone

Il Napoli più inconsistente della stagione, forse il più brutto degli ultimi anni, una squadra svogliata e svuotata, penalizzata dalla pochezza di alcuni calciatori e da un tecnico che, forse, ha perso la gestione dello spogliatoio. Il tutto con l’aggiunta del solito rigore negato, che non è un alibi ma certo qualcosa, in termine di punti, conterà pure su questo sciagurato avvio di stagione degli azzurri. 

Napoli-Genoa è stata la fotografia del momento nero che sta vivendo la squadra, dell’incertezza che aleggia in una società che, in questi anni, non sarà stata molto vincente sotto l’aspetto dei trofei ma che ha avuto il pregio, non trascurabile, di saper progettare tanto da restare ai vertici del calcio italiano e rappresentare l’unica vera e reale alternativa alla Juve mangiatutto. 

Ora il Napoli sembra essersi infilato in un vicolo cieco, da quale si può uscire soltanto con il buon senso. Guai, dunque, a cadere nella tentazione di sfasciare tutto, con critiche senza senso, qualunquismo di bassa lega e giudizi affrettati. In questi casi non è detto che non sia proprio la continuità tecnica a poter assicurare una ripresa che consenta di salvare una stagione e consentire al Napoli di raggiungere l’obiettivo basilare, la qualificazione alla prossima Champions. Operazione difficile se tutti sono contro tutti, squadra, società, allenatore e determinata stampa che in occasione della settimana del cosiddetto ”ammutinamento”, ha fatto una serie di autogol che nemmeno Comunardo Niccolai dei tempi d’oro. 

Contro il Grifone non si salva nessuno, forse solo Koulibaly, che ha salvato con un intervento prodigioso, la squadra dalla sconfitta e il mai impegnato Ospina. Poi tutti sotto la sufficienza, primo fra tutto il capitano Insigne, che è apparso prima di ogni cosa un eroe triste, solo, estraneo. Oggetto misterioso di una squadra che non è più la sua squadra e di uno stadio che, ancora una volta, gli ha voltato le spalle.