Il potere dello sguardo e della voce

(di Mariateresa Di Pastena) –

Una volta bastava guardarsi negli occhi, per capirsi, e ci si innamorava anche di una bella voce. Nell’era dei social, i rapporti umani, spesso, prendono la scorciatoia, ma poi non arrivano a destinazione: restano fermi a metà strada, o si perdono, nonostante l’uso del navigatore. A volte, purtroppo, rischiano anche di imbattersi nel lupo cattivo, come Cappuccetto Rosso. E’ vero, permettono dii conoscere tante persone: gli amici, gli amici degli amici, gli amici degli amici degli amici…Ma, alla fine, forse, di questi, non si conosce nessuno veramente. Dov’è finita, poi, la famosa spalla su cui piangere, in caso di necessità? Dove sono finiti gli abbracci dopo un litigio? E, se è vero che gli occhi non mentono mai, perché ci si fida di chi, mentre si rivolge a noi, non ci guarda in faccia, visto che è troppo impegnato ad avere lo sguardo abbassato sul suo cellulare?
I ragazzi, ma anche tanti che ragazzi non lo sono più, sono capaci di fare, via chat, discorsi infiniti, a volte anche usando un linguaggio adulto ma sgrammaticato, e poi, quando (e se) si incontrano tra di loro, spesso non sanno cosa dirsi. E non lasciano il loro cellulare neanche per un istante, nemmeno fosse un salvavita (per carità, in casi rari può diventarlo anche!). Tutti dovremmo guardare l’ultima scena (e non solo l’ultima) del poetico film “La tenerezza” , (del regista Gianni Amelio, dello scorso anno, tratto liberamente da un romanzo di Lorenzo Marone) in cui uno sguardo eloquente tra un padre ed una figlia (interpretati, magistralmente, rispettivamente da Renato Carpentieri e Vittoria Mezzogiorno), riaccende il loro rapporto in un istante. Uno sguardo dolce, commovente, che cancella i vecchi dissapori, ed emana una tenerezza infinita. Gli occhi spesso parlano meglio di noi.. Usiamoli, ed usiamo anche la voce, perché, come spiegano questi versi, sono doni preziosi.
“Lo sguardo e la voce”

Affacciato al pontile, guarda il mare:
è profondo, e lui non sa nuotare.
Quel pensiero gli sfiora ormai la mente:
“Ormai di me che se ne fa, la gente?
Non servo più a nessuno, l’ho capito,
è come se io fossi già sparito!”.
A pochi passi, guarda anche lei il mare,
poi si avvicina e comincia a parlare:
“Anch’io, ormai, non sono necessaria,
un tempo ero preziosa come l’aria,
senza di me non c’erano emozioni,
ora vivo solo nelle canzoni!
Il nostro posto ormai ce l’ha rubato
ogni messaggio che viene inviato!”.
Lo sguardo chiude gli occhi, ormai ha deciso.,
la voce abbassa il tono e piega il viso,
regaleranno i loro doni al mare
forse lui li saprà apprezzare!
Ma proprio mentre stanno per tuffarsi
e dal volto umano stanno per staccarsi,
un gruppo di bambini si avvicina
e uno di loro gli tende la manina.
La voce alza lo sguardo e gli illumina il viso,
lo sguardo alza la voce e gli dona un sorriso.
Così, i bambini continuano a guardarsi
ed hanno ancora voglia di parlarsi.
riconoscendo, con la loro purezza,,
dello sguardo e della voce, la bellezza.